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Sicurezza e videosorveglianza a Bergamo, “Manca un coordinamento nella gestione”

I lavori per la sostituzione delle telecamere presenti e l’aggiunta di nuove non hanno ancora preso il via, benché la data d’inizio pare esser vicina. La denuncia di Stefano Benigni (Forza Italia), Alberto Ribolla (Lega Nord) e Andrea Tremaglia (Fratelli d’Italia), membri di minoranza del consiglio comunale di Bergamo.

Nei mesi scorsi si è parlato molto del nuovo impianto di videosorveglianza in città a Bergamo, ma ad oggi i lavori per la sostituzione delle telecamere presenti e l’aggiunta di nuove non hanno ancora preso il via, benché la data d’inizio pare esser vicina.

Riguardo al progetto, inserito nel tema molto sentito dei cittAdini della sicurezza, la denuncia del ritardo delle installazioni arriva da Stefano Benigni (Forza Italia), Alberto Ribolla (Lega Nord) e Andrea Tremaglia (Fratelli d’Italia), membri di minoranza del consiglio comunale di Bergamo.

Benigni, Ribolla, Tremaglia, questo progetto di rinnovo della videosorveglianza a Bergamo in che cosa consiste?

“Il progetto consiste nelle sostituzione delle 86 telecamere già presenti sul territorio comunale e l’aggiunta di altre 21 di nuova attivazione, come deliberato nel consiglio comunale del 26 ottobre 2015. Fra quelle 21, due sono già presenti, ma con esso verranno messe in rete. Bisogna ricordare che già l’amministrazione Tentorio aveva esteso la videosorveglianza da 66 a 86 telecamere”.

Quanto costerà il rinnovo dell’impianto di videosorveglianza e l’aggiunta di nuove telecamere?

“Sempre durante la seduta del consiglio comunale del 26 ottobre 2015 è stato aggiunto a bilancio una spesa pari a 1.098.000 € per installazione e gestione degli impianti con affidamento ad ATB Agenzia della Mobilità nel periodo compreso fra gennaio 2016 e dicembre 2018”.

Analizzando la locazione delle nuove installazioni di telecamere, dove esse occorrono maggiormente e dove meno ?

“Non vi è dubbio che le telecamere occorrono dovunque, in quanto esse sono un efficace deterrente, anche se esse dovrebbero esser presenti in numero sufficiente tale da coprire tutte le zone da cui provengono segnalazioni. – spiega Ribolla -. Bisogna aggiungere anche il fatto che in questo caso manca un vero e proprio studio per la localizzazione degli impianti e ciò lascia dei buchi in alcune zone fondamentali.” “Un esempio su tutti è la zona dei colli, dove nell’ultimo mese ci sono stati alcuni furti circoscritti alla zona – aggiunge Tremaglia – Esistono già delle telecamere di privati, ma manca un controllo di tipo pubblico. Basterebbe porre delle telecamere in presenza di vie di fuga e si eviterebbero alcuni inconvenienti, visto che in quei luoghi le strade sono strette e non è facile fuggire”.
In conclusione, per rendere più sicura la città cosa occorrerebbe fare ?
“Quando si parla di sicurezza non si possono considerare solo gli impianti di videosorveglianza, ma anche l’illuminazione, il decoro e la presenza di forze dell’ordine e militari – afferma Benigni –. Nell’ambito illuminazione sono state sostituite le lampade tradizionali con quelle a LED, senza però considerare il fatto che non sostituendo tutta la struttura del lampione, esse emettono un quantitativo inferiore di luce inconveniente che diminuisce la sicurezza nei cittadini. In campo forze dell’ordine, esse fanno un lavoro straordinario, tant’è che occorre far loro un plauso per il compito svolto, in quanto di molto maggiore rispetto a quello previsto dal loro compito; ma nonostante ciò resta il fatto che esse sono in sotto organico. Riguardo alla numero di agenti presenti sul nostro territorio, le vicine Brescia e Milano hanno sempre chiesto a gran voce la presenza di militari in città, mentre a Bergamo non si è fatto nulla, benché la situazione sia simile. Tutto ciò fa cadere le braccia e rende la nostra città come l’ultima ruota del carro”.

“Porre militari o forze dell’ordine in città non è la soluzione più efficace, ma di certo può aiutare nella diminuzione del numero fenomeni di criminalità e microcriminalità. Un esempio efficace è quello della Stazione Centrale di Milano, dove prima dell’arrivo dell’esercito ci si trovava di fronte ad una terra di nessuno, mentre ora, benché esistano ancora esempi di criminalità, la situazione è nettamente migliorata – conclude Alberto Ribolla -. Al contrario la situazione della Stazione di Bergamo è decisamente difficile, con corrieri della droga che si muovono liberamente in bicicletta su e giù per via Bonomelli e spacciatori che vendono stupefacenti alla luce del sole. Le forze dell’ordine non sono presenti in numero così ampio come affermato dal vicesindaco Sergio Gandi ed anche il presidio della polizia locale h24, quando presente, serve a poco se le pattuglie presenti non si muovono. Occorrerebbe un maggior numero di agenti in città (alla polizia locale per esempio mancano ben 30 agenti) e che essi siano itineranti e facciano controlli all’interno delle zone più delicate”.

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