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Il convegno

“Il sistema socio-sanitario: ecco come sarebbe in una Lombardia autonoma”

Una sala Galmozzi gremita di addetti ai lavori e di semplici cittadini interessati al tema della salute quella di giovedì sera 28 scorso.

L’incontro, seguito con interesse dal pubblico fino a tarda ora, dal titolo “Il sistema socio-sanitario bergamasco al centro della sanità lombarda- idee prospettive e opportunità in una lombardia autonoma” si è rivelata un’analisi a 360 gradi sul tema, condotta con scioltezza e competenza dai relatori.

Proposta dal gruppo consiliare Lega Nord, i consiglieri Alberto Ribolla e Luisa Pecce, e dalla sezione di Bergamo è stata realizzata con la consulenza del referente lombardo Consulta sanità della Lega Gianluca Rossi. Parlare di sanità, oltre che tema riguardante la qualità della vita, è anche un grande tema politico; basta ricordare che la spesa della sanità lombarda, con i suoi 20 miliardi annui, impegna l’80% di tutto il bilancio regionale.

Convegno sanità

Interventi importanti quelli di Fabio Rolfi e Silvana Saita che, nel loro ruolo istituzionale, rispettivamente Presidente e consigliere della commissione sanità regionale, hanno fatto una riflessione sulla riforma voluta dalla Lombardia.
Tecnici ma scorrevoli gli interventi di Cesare Maffeis, vice presidente del consiglio dei sindaci di Bergamo ATS, sulla gestione ed erogazione dei servizi e di Elena Poma, sindaco di Stezzano e Presidente del distretto Bergamo ovest, sull’impegnativo ruolo dei sindaci.
Tematiche più specifiche per Ivano Vavassori, urologo e docente Humanitas University ,che ha parlato delle aziende ospedaliere e delle eccellenze specialistiche, e per la Dott.ssa Antonella Goisis ,dirigente medico presso l’Hospice Palazzolo e membro del Consiglio dell’Ordine dei medici, che ha presentato un progetto innovativo sulla riabilitazione del paziente oncologico, progetto elaborato da una commissione dell’ordine da lei costituita.

A conclusione l’intervento di Giuseppe Guerini, Presidente di Confcooperative Bergamo, sul ruolo fondamentale del terzo settore e sull’importanza dell’impegno economico sul sociale e non solo sul sanitario.
È emerso chiaramente che il “sistema salute” a Bergamo funziona e a livello lombardo è un’eccellenza nazionale e non solo. È esempio trainante per il nostro paese e potrebbe sviluppare nuove iniziative, rafforzare l’offerta esistente e sgravare dai tiket i cittadini lombardi. Ciò a condizione di poter realizzare la piena autonomia sulle deleghe che ancora sono a carico dello stato o condivise, mantenendo ovviamente parte di quei 54 miliardi di residuo fiscale ( i miliardi versati dai cittadini lombardi e finiti a Roma senza ritorno).

Temi caldi emersi sono: la carenza di personale negli ospedali e i turni massacranti, la mancanza di turn over, la necessità di impostare diversamente il curriculum di studio dei medici e la specializzazione ( non abbiamo sufficiente numero di giovani formati anche a causa del rigido numero chiuso e questo creerà un problema grave), il “turismo sanitario” ossia le prestazioni gratuite agli stranieri che vengono in Italia solo per il tempo necessario a curarsi ed operarsi gratis ma a nostro carico, ma anche le modalità dell’applicazione sul campo della riforma che vuole al centro la persona.

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