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La risposta

“Matteo, parti! Siamo una generazione con il passaporto in tasca”

Dopo la lettera di Matteo alla rubrica di BGY "Chiedilo al prof.", anche Giulia Rocchi, classe 1995, ha deciso di rispondere, raccontando di quando lei stessa aveva deciso di partire a 17 anni

Matteo, 16 anni, ha deciso di condividere i suoi dubbi con BGY, chiedendo al professor Vincenzo Cubelli della rubrica “Chiedilo al prof.”, un consiglio se accettare l’opportunità di vivere un anno delle superiori all’estero.

LEGGI QUI LA LETTERA

Anche Giulia Rocchi, classe 1995, ha deciso di rispondere a Matteo, raccontando di quando lei stessa aveva deciso di partire a soli 17 anni.

“Caro Matteo,
Mi rivolgo a te con una lettera, la stessa forma che hai usato per chiedere un consiglio, lo faccio da sorella maggiore che si vuole sedere accanto a te per aprirti gli occhi e il cuore davanti a una scelta che cambierà per sempre la tua vita.
Se fossi vicino a me ti lancerei uno zaino, ti allaccerei le scarpe e ti darei in mano un biglietto ripetendo: “Parti” sempre più forte.
Lo so, ti sembra un’idea folle, ma è normale, si tratta di un salto nel vuoto, di lasciare il tepore della normalitá per qualcosa di totalmente diverso e nuovo.
Avevo 17 anni quando ho deciso di frequentare il quarto anno all’Estero.
Avevo scelto gli Stati Uniti, perchè ero sempre stata affascinata da questa cultura sempre mostrata tramite la televisione e volevo saperne di più.
L’inglese pensavo mi sarebbe servito molto in futuro, ne ho parlato con i miei genitori poi ho iniziato tutto l’iter.
Sono stata 10 mesi nel Wyoming, nel nord più nord degli Stati Uniti e sebbene il rischio di ibernare fosse costantemente presente, alla fine ce l’ho fatta.
Non è stato facile lasciare l’Italia, la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, al tempo avevo anche un ragazzo.
A 17 anni però bisogna essere un po’ folli, io avevo deciso di esserlo è stato difficile, ma sono partita.
Negli Usa mi sono riscoperta, ho imparato a cucinare per sopravvivere ai piatti pronti, ho fatto sport mai sentiti in cui ad un tratto mi sono sentita Maradona, ho ripreso a cantare.
Ho scoperto la storia e il diritto di un paese e questo mi ha aiutato a comprenderne usi e costumi, con i loro pregi difetti e comtraddizioni.
Non voglio stare qui a dilungarmi su quello che ho combinato, ma vorrei che tu ora leggessi queste righe che ti lascio.
Ti sembreranno assurde, come lo sono sembrate a me e a tanti altri prima di me.
Questi sono treni che passano una volta nella vita, puoi scegliere di farlo correre sui binari o guidarlo tu.
Sali su questo treno, sia diretto verso i grattacieli di New York o le foreste della Patagonia.
Sará un’esperienza difficile, nonostante quanto tu abbia desiderato abbandonare l’Italia ne sentirai la mancanza.
Lontano da tutto ciò che hai conosciuto lo apprezzerai ancora di più e sarai grato di averlo sempre avuto.
Tornerai a casa più indipendente, maturo, ti renderai conto di come cambierá il modo in cui gestisci i rapporti umani.
Sará difficile ma ti divertirai tantissimo e ne varrà la pena, perchè viaggiare, esplorare e conoscere nuove culture non è mai una perdita, ma un continuo e costante arricchimento.
Il rientro a scuola in Italia dipenderá molto dalla tua scuola e dai tuoi professori, il mio non è stato per niente facile, ma non ho mai rimpianto la mia scelta di partire.
Potrai non conoscere Foscolo, Kant, o le liriche di Catullo, ma avrai imparato molto di più.
Avrai imparato a vivere, ad adattarti in una cultura che non è la tua, a parlare una lingua diversa dalla tua.
Avrai una famiglia e degli amici dall’altra parte del mondo, un cuore con-diviso tra due mondi che hai amato.
Caro Matteo, noi siamo una generazione con il passaporto in tasca.
Questa esperienza ti aiuterá ad aprire molte porte, non solo perché conoscerai benissimo un’altra lingua, ma perchè ti renderá unico.
Quando le persone leggono il mio curriculum rimangono sempre colpiti dal quel “Diploma at Natrona County High School Usa”, non tanto per il pezzo di carta, ma per il profondo significato che nasconde.
Caro Matteo, mentre tu stai leggendo in Italia, io ti ho parlato della mia America ed ora ti scrivo dall’Australia.
Per ora è solo una vacanza, ma sto pensando a quale futuro potrei costruirmi qua, ricordandomi quanto ho appreso 5 anni fa.
Ti lascio Matteo, mi sono dilungata forse troppo, ma sai non basterebbero libri per raccontarti quello che è stato l’anno migliore della mia vita.
Ciao Matteo, qualsiasi cosa avrai bisogno saró qui per riempirti gli occhi di meraviglia.

Giulia.”

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