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L'intervista

Rotary Club Bergamo Hospital GXXIII, all’ospedale incontro con Ferruccio de Bortoli sull’innovazione

Mercoledì 13 settembre all'ospedale di Bergamo si terrà un incontro sull'innovazione con il giornalista Ferruccio de Bortoli e personalità dell'imprenditoria e della cultura. Per saperne di più, abbiamo intervistato Alessandro Roberto Dodesini, presidente Rotary Club Bergamo Hospital GXXIII.

Ferruccio de Bortoli arriva a Bergamo. Il giornalista e scrittore, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 ore, interverrà a un incontro sul tema dell’innovazione promosso dal Rotary Club Bergamo Hospital GXXIII, costituito lo scorso febbraio.

L’appuntamento è mercoledì 13 settembre alle 19.30 all’auditorium Parenzan, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ed è intitolato “Innovare per il futuro – Il miglior investimento possibile, ragioni e opportunità”. Si inaugura così un percorso che proporrà nei prossimi mesi nuove occasione di confronto con la partecipazione di personalità del mondo della cultura, dell’imprenditoria e delle professioni che affronteranno diverse sfaccettature dell’argomento.

Abbiamo intervistato Alessandro Roberto Dodesini, medico diabetologo e presidente Rotary Club Bergamo Hospital GXXIII per conoscere meglio l’associazione e la serata di mercoledì.

Quando è nato il vostro club?
È stato costituito lo scorso 23 febbraio, una data simbolica: infatti esattamente 112 anni fa, il 23 febbraio 1905, a Chicago venne fondato il Rotary che da allora è cresciuto e oggi conta 35mila club in tutto il mondo e 1.200.000 soci.
Per promuovere le adesioni, a fronte di un calo di iscrizioni registrato negli ultimi anni, dal 2016 c’è la possibilità di creare Rotary di scopo. Cioè, si possono aprire club e avere sedi anche sul proprio posto di lavoro, in questo caso l’ospedale, ma potrebbe trattarsi anche di altri luoghi in cui vi è una buona presenza di persone e la gente si aggrega.
Siamo innovativi: in Italia, e probabilmente anche in Europa, mi risulta che siamo i primi ad avere sede in una struttura ospedaliera, mentre esistono situazioni analoghe negli Stati Uniti. Un’opportunità che si è resa possibile con il nuovo ospedale, il Papa Giovanni XXIII, che è modernissimo e ha tutto ciò che serve a un Rotary: ci sono spazi ampi in cui si possono organizzare conferenze, incontri e attività aggregative, il ristorante per momenti di ritrovo conviviale e la presenza di molti professionisti.

Ma nel vostro club siete tutti medici?
No, perchè anche il nostro club ha mantenuto la caratteristica che vede il Rotary quale luogo d’incontro a tutto tondo tra diverse figure professionali. La nostra composizione spazia dai commercialisti agli avvocati e agli artisti, una cantante lirica e una stilista di moda. Ci sono, poi, dentisti, oculisti e altri professionisti: l’unico medico dipendente dell’ospedale per ora sono io e spero di non rimanere il solo.

Quanti soci siete per ora?
Aperto da pochi mesi, il club ha già raggiunto la quota di 40 soci. Di questi, 10 sono donne, cioè il 25% degli associati rappresenta la parte femminile della società e il 10% circa ha meno di quarant’anni. Tutti sono leader nel proprio settore o si occupano ad alti livelli della propria professione. Abbiamo già individuato altre acquisizioni che valuteremo anche considerando i nostri progetti: il criterio, che caratterizza Rotary, è l’attitudine a mettere le proprie competenze a servizio degli scopi sociali benefici.
La partecipazione è buona: appena cominciata la nostra attività abbiamo organizzato un incontro conviviale con il campione di motociclismo Giacomo Agostini con la presenza di 120 persone. Poi è stata la volta della biologa bergamasca Monica Sonzogni, giovane ricercatrice che lavora a Rotterdam per lo studio della Sindrome di Angelman e la cura dei bambini affetti da questa malattia genetica. È diventata nostra socia onoraria, resterà in contatto con noi e, se ce ne fosse necessità, cercheremo di supportarla con borse di studio.
E ora proseguiremo promuovendo momenti di confronto aperti al pubblico dando vita a un percorso cultural-scientifico.

L’ospedale non è un luogo come tanti altri: è una sede particolarmente significativa
Si, in ospedale transitano 12mila persone ogni giorno tra dipendenti, degenti e chi fa visita ai pazienti. Quindi, è una piccola città nella città e vogliamo rendere il suo spazio fruibile alla popolazione anche per momenti di svago, ad esempio per i piccoli pazienti, e proposte culturali come incontri e dibattiti aperti al pubblico con eminenti personalità. L’obiettino non è solo quello di avere un nome importante ma anche creare interesse e stimoli.
Il prossimo appuntamento, che inaugura il percorso di confronto sull’innovazione, vedrà protagonista il giornalista e scrittore Ferruccio De Bortoli e altri big.

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Chi saranno gli ospiti?
Interverranno Alberto Castoldi, già rettore che ha innovato l’Università degli Studi di Bergamo; monsignor Giulio Dellavite, segretario generale diocesi e curia di Bergamo; Daniela Gennaro Guadalupi, presidente di Vin Service Srl; Carlo Nicora, direttore generale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII e Maurizio Radici, amministratore di RadiciGroup Spa e big dell’imprenditoria. A moderare il dibattito, Eugenio Sorrentino, addetto stampa Sacbo aeroporto Bergamo Orio al Serio. Si potrà ragionare sul tema dell’innovazione, che sentiamo come particolarmente importante e che ha entusiasmato anche i relatori, che hanno dato gratuitamente la propria disponibilità.
L’iniziativa è promossa in collaborazione con Rotary Club Dalmine Centenario, Inner Wheel Bergamo e Inner Wheel Treviglio e Adda. Abbiamo invitato molti giovani in modo che partecipino alla serata per poter trarre spunti e prendere confidenza con l’idea di osare, altrimenti ci si appiattisce sul quotidiano.

A lei spetterà l’introduzione: su cosa verterà?
Riprendendo una citazione dello scrittore e filosofo russo Dostoevskij, ossia “La Bellezza salverà il mondo”, evidenzierò come ogni gesto compiuto nel proprio settore deve essere una guida per ognuno di noi. Per questo, gli incontri vedranno ospiti che hanno lasciato o che lasceranno traccia: si possono condividere oppure no le loro posizioni, ma sono tutte figure che fanno discutere, riflettere e confrontarsi per migliorare.

Quanto c’è bisogno di innovare nella nostra società, secondo lei?
Non si può prescindere dall’innovazione. Parlo da medico: senza innovazione, senza ricerca, saremmo ancora fermi a un’età media di vita di quarant’anni e con il rischio di morire a causa della prima infezione che contraiamo. Senza ricerca la medicina non sarebbe progredita così tanto ed è fondamentale alimentare ogni giorno lo stimolo a innovarsi: chi pensa di avere fatto già tutto viene superato da altri. Ma è un aspetto essenziale in ogni settore e proprio per questo abbiamo invitato rappresentanti dell’imprenditoria e dell’università: penso che l”Italia abbia grandi potenzialità, ci sono criticità ma la storia italiana è ricca di grandi successi.

Per concludere, quali sono i vostri progetti per il prossimo futuro?
Proseguiremo nel percorso degli incontri aperti al pubblico. Inoltre, organizzeremo iniziative rivolte al bambini come spettacoli teatrali e musicali anche collaborando con le altre associazioni attive in ospedale.
Ci saranno progetti culturali come il sostegno alla realizzazione di un catalogo della collezione di quadri dell’ospedale Maggiore, costituita da opere risalenti al Seicento, Settecento e Ottocento ricevute come donazioni negli anni e non ancora catalogate.
E poi abbiamo tante altre idee in cantiere che attueremo man mano con concretezza.

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