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Il re della pizza

Mimmo, i ricordi di chi lo ha conosciuto
Il figlio Robi: “Ciao papà, ti ritroverò con un cappello di paglia e un saluto in mano”

Il re della pizza è scomparso sabato 19 agosto a 92 anni. Sono molte le persone che in queste ore stanno rendendo omaggio alla sua memoria. Il messaggio del figlio Roberto e dell'ex presidente della Provincia, ora dirigente in Comune, Giovanni Cappelluzzo

Bergamo ha perso un suo figlio e un imprenditore illustre: Demetrio Amaddeo, da tutti conosciuto come Mimmo. Aveva 92 anni il re della pizza a Bergamo. La sua è infatti quella con la P maiuscola per gran parte dei bergamaschi che si recano in Città Alta. È scomparso nella mattina di sabato 19 agosto (leggi qui).

Sono molte le persone che in queste ore stanno rendendo omaggio alla sua memoria. Abbiamo raccolto qui di seguito alcuni commenti. A partire da quello del figlio, Roberto Amaddeo.

ROBERTO AMADDEO

Ciao Papà. Non ci siamo mai parlati molto, spero che ci siamo almeno capiti. Quelli della mia generazione (è la prima volta che pronuncio questa frase), non hanno mai avuto molta confidenza con i padri. O forse eravamo noi così, non so. Oggi con i figli si parla di più, meglio così. Però erano diversi i silenzi, i nostri silenzi, pieni di significato, di approvazione o meno, di libertà. Ma non avevo tempo da perdere e tu non ne avevi da dare. Tu che il tempo lo avevi passato a scappare dal pericolo di giocarsi la vita per il nulla della stupidità umana, volevi solo correre avanti, io invece che, presuntuoso, volevo tornare indietro, più indietro di te, alla tua radice. Tu che guardavi estasiato gli orologi moderni, io quelli antichi. Tu che sapevi che la vita è semplice e inspiegabile, io che me la complicavo per capire da solo. Mi viene in mente quando da piccolo cadevo e tu mi dicevi: “Alzati che adesso sei più grande.” Chissà se mi rialzo stavolta, anzi sì, mi rialzo e ti ritrovo di sicuro, papà , in qualche estate calda come l’Agosto in cui sei nato e in cui te ne sei andato, ti ritrovo in una piccola città di mare con le case basse sul lungomare più bello del mondo, con un cappello di paglia e un saluto in mano. Ciao papà.

GIOVANNI CAPPELLUZZO (dirigente in Comune e già presidente della Provincia di Bergamo)

Ho conosciuto Demetrio Amaddeo quando sono arrivato, tredicenne, a Bergamo nel 1972, perché i miei genitori mi portavano a mangiare i suoi spaghetti alla scarpara. Negli anni il suo locale e la sua famiglia divennero una nostra consuetudine e, ormai non più ragazzo, potei dirmi amico di “Mimmo”. Notavo in bella mostra alla parete la sua onoreficenza di Cavaliere della Repubblica; piacevano le decorazioni al Cavalier Amaddeo. Così, quando fui Presidente della Provincia, ebbi l’onore di proporlo al Ministro dell’Interno, tramite l’allora Prefetto di Bergamo Annamaria Cancellieri, per l’onorificenza di Commendatore; l’istanza fu di buon grado accolta e “Mimmo” ne fu felice. Da quel giorno, l’ho chiamato “Commendatore”, ma oggi, molto commosso, mi permetto di salutarlo come tutti lo conoscevamo, ” Mimmo”.

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