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L'intervista

Comitati aeroportuali per Orio: “Sacbo ci riceva e metta un tetto ai voli”

Dialogo e collaborazione sono le parole che emergono più spesso nelle parole di Mario Carsana del coordinamento dei comitati aeroportuali.

Tetto al numero dei voli, impatto ambientale, stop ai voli notturni ma soprattutto: dialogo e collaborazione sono le parole che emergono più spesso. Emergono nelle parole di Mario Carsana del coordinamento dei comitati aeroportuali di Bergamo, Seriate, Bagnatica, Grassobbio, Orio al Serio, Azzano San Paolo e Treviolo. La voce di questo coordinamento non è una presa contro l’aeroporto Il Caravaggio di Orio al Serio, ma “una visione unitaria di una realtà che più di così non può più crescere, ma può svilupparsi diversamente”.

Partiamo dall’inizio: quando nasce il Coordinamento dei comitati?
“Circa sei anni fa”.

Con quale obiettivo?
“C’erano diversi comitati, l’aeroporto cresceva e con esso i problemi che non venivano mai affrontati. Così abbiamo deciso di unirci, di avere una voce sola che rappresentasse le specificità delle diverse realtà locali. La possibilità di avere una voce sola e di costituire una massa è una grande conquista, e lo sarebbe anche per Sacbo che troverebbe un unico interlocutore”.

Ed invece?
“Ed invece c’è sempre questo mantra: noi incontriamo i sindaci, ma i comitati non li riconosciamo. È un fatto che ci addolora il fatto di non essere mai riusciti ad incontrare Sacbo”.

Perché?
“Perché il nostro comitato ha diverse persone con grandi capacità tecniche in grado di supportare qualsiasi decisione di Sacbo in una visione unitaria del territorio”.

Mai incontrato nessuno di Sacbo?
“No, mai. Eppure al Tavolo sul futuro di Orio siedono 17 sindaci di paesi che contano 250 mila persone: un quarto della popolazione della provincia di Bergamo.

Il tema è quanto mai caldo: la sperimentazione delle nuove rotte?
“Il coordinamento non si è mai appassionato alle rotte. Il nostro obiettivo principale è quello di avere un tetto al numero di voli: e ne chiediamo il meno possibile. Poi chiediamo lo stop ai voli notturni dalle 23 alle 6. Questo è l’obiettivo dei comitati. Quella ripartizione dei disagi dovuta alla sperimentazione, che poi sperimentazione non è, delle nuove rotte non è da condannare o da imputare ad un’area geografia in particolare. Tutti dividono di fatto l’unico svantaggio che è quello di abitare vicino all’aeroporto”.

Che cosa ciressano le rotte?
“Il tetto dei numeri dei voli. È stato firmato un documento di moratoria vas e zonizzazione acustica, ma poi non se n’è fatto più nulla. L’impatto ambientale che è stato redatto per Orio al Serio, prevedeva il 67.500 voli e movimenti unità equivalenti in un anno. Oggi viaggiamo tra i 250 e 280 movimenti al giorno. Occorre un’attenzione allo sviluppo di questo aeroporto, perché non si può supporre una desertificazione da una parte o uno sviluppo senza regole dall’altra”.

E quindi che cosa chiedete?
“Che Sacbo mostri il suo piano di sviluppo. Abbiamo assistito in questi anni e per troppe volte a redazioni di documenti con proiezioni che poi sono state ampiamente superate. C’era un documento di valutazione ambientale che raccomandava uno scenario, ma poi questo scenario è stato stravolto. A che cosa servono i documenti se poi non li rispettiamo?”

Siete appena stati dal Prefetto di Bergamo. Com’è andato l’incontro?
“Promosso. Il Prefetto costituirà una cabina di regia con attori più disparati per poter trovare una mediazione, per applicare le soluzioni a questi problemi e smetterla di continuare così. Anche Paleari aveva lo studio per il matrimonio con Sea, e il nuovo presidente Sacbo Roberto Bruni abbiamo riesumato uno studio apparentamento con Sae. Che decidano e che non abbiamo tempo da perdere e di aspettare: di questi studi non abbiamo visto ancora nulla. Sacbo è una realtà molto complessa. Ne siamo consapevoli”.

Siete più entusiasti per una fusione con Save o con Sea? Meglio Verona o Montichiari?

“Bisogna fare delle scelte. Ci sono persone che lavorano in un determinato posto, la politica deve trovare un giusta soluzione che salvaguardi i posti di lavoro e che tenga conto quanti vivono accanto all’aeroporto che hanno bisogno del sacrosanto riposo”.

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