Era il 4 giugno quando al suono di “One love Manchester” la pop star idolo dei teenager Ariana Grande ha dato vita al concerto di beneficenza a favore delle famiglie colpite dall’ attentato del 22 maggio (LEGGI QUI). Sul palco con Ariana Grande, i Take That con Robbie Williams, i Coldplay, Pharrell Williams, Miley Cyrus, Black Eyed Peas, Katy Perry e Justin Bieber: 50 mila persone al concerto e 9 milioni di sterline raccolte.
Quella stessa sera, a concerto concluso, ho ricevuto un messaggio da un amico, Federico Turani, 24enne di Bergamo, in cui mi raccontava un ambizioso progetto: creare una campagna video contro la paura.
“Una sorta di challenge in cui ognuno confessa la sua paura, portandola alla luce. E questo unifica le persone, no? Tu ti esponi e scopri anche l’altro. Perché alla fine è la paura che paralizza il mondo, siamo tutti sulla stessa barca e abbiamo tutti gli stessi problemi, un po’ di condivisione non farebbe male. Secondo me è una cosa che può unire un sacco di gente, soprattutto i giovani e forse farebbe stare tutti un po’ meglio riconoscersi nelle paure degli altri e capire che abbiamo tutti le stesse paure, chi più chi meno.”
E questa challenge, alla fine, l’ha creata per davvero.
“E’ una challenge che parla delle proprie paure, perché io credo che raccontarle sia una forma di estrema sincerità e purezza verso il mondo. Vi invito a raccontare le vostre paure e a rompere questo ghiaccio che c’è tra di noi. La mia paura? Quella di perdere me stesso e non capire più cosa voglio.”
E voi? Qual è la vostra paura più grande?
Partecipate alla challenge, condividete il video e contribuite anche voi al progetto #lamiapaura, per sconfiggere insieme i nostri fantasmi e trovare nell’Altro il nostro compagno in questa battaglia.
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