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L'intervista

Il ritorno di Pippo Inzaghi a Bergamo: “Da pelle d’oca, che emozione”

Il tecnico del Venezia, ex bomber dell'Atalanta di Mondonico, all'Atleti Azzurri d'Italia per l'ultimo test prima dell'inizio del campionato: "Bravo Gasperini, la sua squadra è una realtà d'Europa"

“Volevo vincere la classifica dei bomber per dedicarla a Federico Pisani”. Detto e fatto, vent’anni fa Pippo Inzaghi si laurea capocannoniere della serie A e tuttora resta l’unico atalantino della storia, sul trono dei bomber della serie A.

Pippo, memoria di ferro, non ricorda solo tutti i suoi gol, ma anche quella promessa. E tornando a Bergamo, vent’anni dopo, per la prima volta da allenatore contro la sua ex squadra, sottolinea commosso: “Mi ha emozionato tanto sentire la curva, i tifosi, ricordare Federico Pisani. Quell’anno qui all’Atalanta sono diventato capocannoniere della serie A, purtroppo quell’impresa è legata a una tragedia che ci ha colpito profondamente. Ed è stato bello il ricordo dei tifosi per Chicco, come è sempre bello tornare qui, davanti a questa gente che ogni volta mi fa emozionare tanto: quando sono uscito dal tunnel per il riscaldamento mi è venuta la pelle d’oca a sentire il boato della folla, come mi ha accolto. Da brividi”.

Riavvolgiamo il nastro. Poco più di vent’anni fa Pippo giocava la sua ultima partita, da nerazzurro, a Bergamo: il 23 maggio 1997, contro la Juve di Lippi, Tacchinardi, Zidane, Vieri, Del Piero, era stato lui, Pippo Inzaghi, a segnare il primo gol di quella sfida che avrebbe regalato il 24° scudetto alla Juve, poi pareggiato da Iuliano. Per Inzaghi il 22° gol stagionale in attesa della consacrazione da capocannoniere della serie A, la domenica successiva con una doppietta (su rigore e con la fascia di capitano) a Reggio Emilia. Prima di passare alla Juve anche lui, come tanti atalantini nella storia.

Sarà anche per questo che, tornato a Bergamo per l’ultima amichevole stagionale, Pippo non ha voluto commentare la vicenda Spinazzola, tormentone di Ferragosto: l’esterno atalantino, con le valigie in mano, non ha giocato né a Valencia né l’amichevole col Venezia, ultimo provino prima dell’esordio in campionato domenica 20 alle 18 contro la Roma.

Ma torniamo a Superpippo. Nel Venezia in campo a Bergamo ha fatto giocare anche Marco Pinato, figlio di Davide, che era il portiere proprio dell’Atalanta nella stagione 1996-97 di Inzaghi. Ed è stato, Marco Pinato, compagno di Petagna nel Milan che vinse il Torneo di Viareggio nel 2014: allenatore Pippo Inzaghi, 3-1 all’Anderlecht con un gol di Petagna, in campo Pinato e, sempre in quel Milan, anche un altro protagonista dell’amichevole Atalanta-Venezia. Cioè Luca Vido, ora passato all’Atalanta e autore del gol dell’1-1 nell’amichevole col Venezia. Per dire che c’è un po’ della mano di Inzaghi allenatore anche nel presente (Petagna) e nel futuro (il gioiellino Vido) dei nerazzurri.

A proposito, com’è Pippo allenatore? Un tarantolato. Non sta mai fermo, urla, gesticola, è tutto un “dai, dai, stai lì, falli salire, alziamoci un po’”… e quando il suo Zampano entra in maniera un po’ irruenta su Gosens lo richiama: “Semza fallo, Zampa”. Quando Mlakar fa gol non sta più nella pelle, lui che vorrebbe sempre vincere, ma poi deve applaudire il suo ex pupillo Vido, che si fa metà campo da solo prima di infilare la porta del Venezia.

Ma è ancora emozione forte quando a pochi minuti dalla fine da tutto il pubblico parte il coro “Filippo Inzaghiiiiii” e poi la dedica dei tifosi a Chicco Pisani. Inzaghi si alza dalla panchina e, commosso, ricambia l’applauso. Alla fine si fa un po’ aspettare in sala stampa, ancora ha dentro l’adrenalina della partita.

Amichevole o no, per lui è sempre fondamentale: “Grazie Atalanta, grazie alla famiglia Percassi e al pubblico che ogni volta mi fa emozionare. Abbiamo giocato una grande partita, concentrati contro una squadra che ha vinto anche in Spagna: Gasperini ha costruito un meccanismo che ormai è una realtà all’avanguardia, farà bene anche in Europa. Sono felice perchè abbiamo tenuto testa a giocatori come Caldara che è uno dei centrali più forti d’Italia e altri ancora. Se penso di venire a Bergamo un giorno ad allenare? Mi sono già ritagliato uno spazio dove sono e Gasperini è molto bravo, non ho di questi pensieri”.

Sorride, Pippo, firma autografi e si concede per i selfie, ricordando che, in fondo, se il suo Venezia non ha vinto è anche per una prodezza di una sua vecchia-giovane conoscenza, Luca Vido appunto. La forma è quella di sempre: avesse potuto, avrebbe giocato e fatto gol anche lui, Superpippo, come una volta.

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