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25° via d'amelio

Bergamonews a Palermo, Rita Borsellino: “Paolo esempio per i giovani, la sua agenda rossa c’è ancora” fotogallery video

A 25 anni dalla strage di Via d'Amelio, dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta Bergamonews.it è a Palermo per seguire le iniziative che ricordano quei fatti che cambiarono la vita della nostra Repubblica e la lotta contro la mafia. Inviata per la nostra testata è Maria Chiara Misiani che raccoglie interviste, interventi e ricordi.

A 25 anni dalla strage di Via d’Amelio, dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta Bergamonews.it è a Palermo per seguire le iniziative che ricordano quei fatti che cambiarono la vita della nostra Repubblica e la lotta contro la mafia. Inviata per la nostra testata è Maria Chiara Misiani che raccoglie interviste, interventi e ricordi.

In questi 25 anni lei è stata punto di riferimento per molti giovani diventati adulti. È stata mamma, zia e nonna di un’intera generazione. Noi ci sentiamo profondamente suoi nipoti. Credo che questo sia un dono che ci facciamo reciprocamente.

“È vero, ho fatto dei bilanci e in questi 25 anni ho acquisito un patrimonio straordinario, non solo di affetti. Perché tutti questi ragazzi e bambini che oggi sono giovani adulti dimostrano chiaramente che questo percorso c’era bisogno. ci voleva qualcuno che se ne facesse carico. Non sono mancate fatiche e scivoloni, ma ci sono generazioni intere che si sono avvicinate a questo problema emozionalmente, scientificamente, in tutti i modi possibili e immaginabili. Lo hanno studiato e fatto proprio. Ed oggi è una memoria concreta. E la memoria concreta non è quella che guarda all’indietro, ma è quello che guarda in avanti, al futuro. Il cambiamento della società è già in atto grazie a questi bambini che hanno iniziato da piccoli a ragionare in maniera diversa”.

L’agenda rossa è il punto centrale della strage. Che lettura ne dà?
“Una lettura gravissima, inquietante e inquieta. Perché l’agenda rossa non c’è più? Perché è sparita? Perché vuol dire che è la cosa più importante che Paolo aveva con sé e che andava distrutta. Probabilmente si è distrutto Paolo per distruggere l’agenda rossa e tutto ciò che poteva venire seguendo tutto il suo lavoro che stava facendo. È un fatto gravissimo. Che in uno stato democratico accada un fatto come questo è gravissimo. Purtroppo l’Italia ne ha parecchi di questi casi. Non è solamente l’agenda rossa ad essere sparita, di sparizioni di persone e oggetti e testimonianze la storia dell’Italia repubblicana è piena”.

Lei non crede che questa agenda sia stata distrutta?
“No, è un’arma ricattatoria di un potere tale che chi ce l’ha la custodisce bene e non la distrugge”.

 

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