A distanza di quasi sette mesi resta avvolto nel mistero il delitto di Daniela Roveri, la manager d’azienda residente in via Keplero 11 a Colognola. Gli inquirenti non sono ancora riusciti a dare un nome a chi, alle 20.30 del 20 dicembre scorso, è entrato nell’androne del palazzo in cui viveva la 48enne e con una coltellata secca e precisa al collo l’ha fatta morire in pochi secondi, per poi fuggire repentinamente senza farsi notare da nessuno.
Il delitto si è consumato in pochi istanti. 14 minuti per la precisione. Il killer ha sorpreso la 48enne alle spalle, per poi immobilizzarla e tagliarle la gola con un fendente forte e preciso, che le ha rescisso anche la carotide non permettendole nemmeno di urlare. Dopo l’omicidio è fuggito, probabilmente passando dai garage della palazzina, oppure dal parco che si trova a fianco, visto che non è stato ripreso da nessuna telecamera di sorveglianza. Dunque chi ha ucciso o ha studiato bene la zona o la conosceva già.
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Davide Palmieri e Fabrizio Gaverini, prosegue senza sosta. Si sta ancora cercando di capire a chi possa appartenere quella traccia di dna isolato sul viso e su un dito della vittima, perchè tra i 230 campioni salivari raccolti tra le persone che avevano contatti con la 48enne (vicini di casa, frequentatori della palestra che frequentava e colleghi dell’azienda in cui lavorava) nessuno è risultato compatibile.
Negli ultimi giorni l’indagine si sta concentrando sulla pista professionale e in particolare sull’azienda in cui la donna lavorava, la Icra Spa di San Paolo d’Argon, specializzata nella produzione di materiale refrattario. Per analizzare i conti della società, in cui la manager operava da 20 anni arrivando a coprire il ruolo di responsabile della contabilità, sono scesi in campo anche gli uomini della Guardia di finanza di Bergamo: dalle verifiche non sembra comunque essere emerso nulla di anomalo. Gli inquirenti stanno ora analizzando possibili agganci esteri della ditta, sia nell’organigramma che tra clienti e fornitori: la speranza è quella di trovare un appiglio da cui partire per arrivare a chi ha ucciso Daniela.
Nemmeno la pista passionale, la prima presa in considerazione nelle ore seguenti l’omicidio, ha portato a una conclusione. Dopo averlo a lungo interrogato, gli investigatori hanno scandagliato la vita di un uomo che Daniela frequentava occasionalmente, un massaggiatore della zona: su di lui non è emersa alcuna ombra e per la sera del delitto l’uomo avrebbe un alibi di ferro. È emerso tra l’altro che ha un “secondo lavoro” da gigolo, con prestazioni aggiuntive a quelle da massaggiatore: un particolare che comunque non sembra avere nulla a che fare con quanto accaduto nel palazzo di Colognola.
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