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Il ricordo

“Pinaaaaaaa ..” L’omaggio di un ragazzo di BGY al genio della comicità Paolo Villaggio

Un sentito omaggio personale da parte di un giovane di BGY, Marco Cangelli, a Paolo Villaggio che "Dopo più di mezzo secolo di carriera finalmente ha scelto di prendersi una pausa ed andare per un po’ in vacanza in Paradiso, chi lo sa, a godersi la tanto agognata Italia – Inghilterra del 1974, oppure a contemplare quel maledettissimo spot pubblicitario per l’eternità."

Stavolta ho la sensazione che non ci sarà l’angelo baffuto Massimo d’Alema a farlo tornare sulla Terra, con ogni probabilità il ritorno in Paradiso sarà definitivo, con il Cavaliere nei panni di un angelo che costringerà il povero Paolo Villaggio a contemplare “una piccola interruzione pubblicitaria per noi” con durata “tutta l’eternità”.

Sembra l’ennesimo paradosso della sua vita, ma stavolta Paolo Villaggio se ne è andato realmente all’età di 84 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del cinema e della cultura italiana.
Attore, regista, scrittore, è giunto alla ribalta grazie ai suoi sketch ed ai suoi personaggi come il professor Frantz, Giandomenico Fracchia e molti altri, ma la personalità che lo ha consacrato nell’Olimpo della cinepresa è stato sicuramente il ragionier Ugo Fantozzi.

Sarebbe riduttivo ricordarlo solo nei panni del paffuto ragioniere, ma con quel personaggio Paolo Villaggio ha saputo riunire generazioni di italiani davanti al piccolo ed al grande schermo a sorridere delle disavventure di quell’uomo, un sorriso più o meno amaro a seconda dell’interpretazione data: più dolce per chi lo ha rivisto in un suo impacciato conoscente o più amaro per chi, più oculatamente, si sia immedesimato in esso.
Paolo è stato uno di noi, un nostro zio, un nostro nonno ed ha saputo entrare nelle case con quella voce tanto familiare e con quel inconfondibile grido fantozziano utilizzato per richiamare l’attenzione della moglie Pina, che non può non ricordarmi quello di mio nonno mentre da una stanza all’altra chiama mia nonna (il caso ha voluto, omonima della moglie del ragionier Fantozzi), un grido che risuona per i corridoi della casa quasi fossimo su un set cinematografico.

Omaggiando Paolo con il sorriso, come avrebbe voluto di certo lui, non possiamo non ricordarci qualche aneddoto riguardante lui, qualche scena di un suo film che ci ha colpiti o qualche situazione paradossale in cui ci siamo imbattuti: se dovessi far una cernita personale, di certo sceglierei fra le sue innumerevoli storie la mia scena preferita (tratta da“Fantozzi subisce ancora” del 1983), in cui si vede il ragionier Fantozzi in palese difficoltà notturna nello scegliere chi votare tra il “compagno” Berlinguer e l’arcigno Andreotti; mentre dall’altra non posso dimenticare una mitica partita a bocce svoltasi sulla riviera romagnola in cui mi esibii in una sconcertante prestazione tale e quale a quella offerta dai protagonisti dell’omonima scena del film “Fantozzi – il ritorno” del 1996.

Di Paolo Villaggio si è detto di tutto: è amato, odiato, contemplato, posto sugli altari, gettato nel fango, ma quel che nessuno può rinnegare è che non sia stato un genio. Dopo più di mezzo secolo di carriera finalmente ha scelto di prendersi una pausa ed andare per un po’ in vacanza in Paradiso, chi lo sa, a godersi la tanto agognata Italia – Inghilterra del 1974, oppure a contemplare quel maledettissimo spot pubblicitario per l’eternità. Quel che è certo è che Paolo se la starà ridendo vedendoci qui tutti rattristati per lui e sarà felice perché lo stiamo ricordando così.

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