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La provocazione

Schmidt, Cornelius, Haas: il sogno di un’Atalanta di bergamaschi è tramontato?

Il nostro Filippo Regonesi si rivolge a Percassi: "Ben vengano gli affari, ma finora sono stati fatti solo acquisti stranieri: il sogno del presidente è già tramontato?"

“L’Atalanta è una azienda, si adatta al mondo” sono le parole di un bergamasco, di un atalantino non da poco con 331 presenze con la maglia della Dea. Valter Bonacina lo dice silenzioso, quasi rispettoso, nel momento dell’addio.

Con il suo stile mi accende una lampadina. L’azienda, l’imprenditore non fanno sconti in un mondo sempre più globalizzato. Non è una critica ad Antonio Percassi. Se mai una riflessione, non da poco. Il maestro Mino Favini aveva sfiorato l’argomento, durante la presentazione del libro “La Dea della giovinezza”, augurandosi che il settore giovanile dia sempre più attenzione ai giovani di casa nostra: “Troppi ragazzi stranieri nei settori giovanili, non sempre di qualità, a togliere spazio ai nostri”.

Nel momento in cui il paese calcio celebra i giovani cresciuti a Zingonia, nelle ipotesi della futura rosa dell’Atalanta per il prossimo campionato arrivano per ora solo giocatori stranieri, provenienti da federazioni diverse, con lingua ed abitudini tutte da considerare.

Si tenga presente che il primo Remo Freuler, uno svizzero, ha avuto bisogno di mezza stagione di adattamento. E veniva da qualche chilometro oltre confine. Ben per lui e per noi che c’era un certo Gian Piero Gasperini.

Lo stesso problema e in misura maggiore lo ha avuto Bryan Cabezas, di cui attendiamo l’esplosione. Ma una stagione intanto è passata.

Quale sarà il periodo di adattamento dei vari Schmidt (brasiliano), Gosens (tedesco), Cornelius (svedese), Haas (svizzero) a far coppia con Freuler, Palomino (argentino) che prende il posto di Zukanovic che veniva già da diverse stagioni in Italia. Ben ritorni de Roon (se l’affare andrà davvero in porto) che almeno qualche parola di italiano l’ha appresa.

Percassi ha espresso più di una volta un sogno. Una squadra tutta di bergamaschi. Bonacina ha lanciato un altro allarme: “Ma se a Zingonia ne hai trenta che vengono dal mondo alla lunga perdi equilibrio”.

La stagione che attende l’Atalanta dipenderà soprattutto dalla gestione e dall’adattamento dei nuovi stranieri. Non è uno slogan di Matteo Salvini, nemmeno una certezza che in campo prevale il linguaggio del calcio.

Percassi, lasciaci una domanda: ci farai vedere ancora l’Atalanta dei bergamaschi? Siamo sicuri che ci sta già pensando anche lui, con un occhio alle trasferte di Giovanni Sartori.

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