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Il candidato sui generis

“La menzogna, forma mentis dei politici, scherziamoci su”: Stefano Torre si racconta

Si è chiuso il ballottaggio delle elezioni comunali 2017: a Piacenza ha vinto il centrodestra. Una delle personalità più eccentriche di queste elezioni è stato di certo il candidato sindaco Stefano Torre con il suo originale programma politico. Marco Cangelli, classe '97, l'ha intervistato per BGY

“La politica si fa nei ristoranti, non nei palazzi” raccomanda un politico di lungo corso ad uno appena giunto al parlamento in una scena della celebre serie tv “1992”. Nei palazzi spesso non accade nulla di importante per il paese, se non che i parlamentari mettono in scena un commedia dove un gruppo di attori occasionali furbescamente fa divertire il pubblico elettori, mentre al tempo stesso li denigra. Lo scadente spettacolo consiste nel vedere i deputati o senatori di turno dormire o leggere il giornale in commissione, non accordarsi su leggi fondamentali per la cittadinanza in nome di chissà quale ideologia e giungere a Palazzo Madama o Montecitorio e dar inizio al momento clou della commedia, dove ognuno accusa l’un l’altro finché a colpi di emendamenti o fiducia non si giunge al lieto fine tanto atteso: l’insabbiamento dei decreti legge.

La domanda che il pubblico a quel punto si fa è la seguente: non si può creare una politica meno urlata e più efficiente, con parlamentari più intelligenti che invece di contrastare con la stessa arma i colleghi più maleducati, pensino ad eliminarli a suon di proposte concrete? Noi di BGY lo abbiamo chiesto in un’intervista a Stefano Torre, candidato sindaco a Piacenza divenuto famoso per il suo “strano” programma elettorale, oltre che su altri succosi retroscena sulla politica italiana. (leggi qui)

Quando è nata la candidatura a sindaco?

“La mia candidatura nasce come una presa in giro alla politica in occasione di un mio coinvolgimento nella campagna elettorale di Gianni Lettieri alla poltrona di sindaco di Napoli. Da lì è nato un programma creato sull’idea del vulcano, idea che voleva rappresentare l’alluvione del 2015 che ha devastato Bettola, piccolo comune in provincia di Piacenza, dove il fiume di fango causato dall’esondazione del torrente Nure pareva una lavata vulcanica. “

Idee decisamente particolari per un programma elettorale tradizionale, come le sono venute in mente?

“La menzogna è ormai divenuta la forma mentis di ogni politico che voglia ottenere voti e per questo ho deciso di prenderla in giro con queste idee. Il termine votare ha perso il suo nobile fine che intendeva cedere la sovranità al popolo, ora è diventato semplicemente un metodo per scegliere la proposta più bella tra quelle che non verranno mai attuate. Di fronte ad un numero di elettori sempre più grande che si sente tradito dalle numerose promesse dei candidati, il partito del “non voto” continua ad espandersi e molti dei suoi componenti hanno deciso di votarmi. Viste i numerosi messaggi di sostegno che ho ricevuto, ho deciso di far diventare quel programma nato come scherzo in una solida realtà.”

Vulcano, muro antimigranti, sconfitta della morte e molte altre, quali di queste proposte ha maggior possibilità di essere attuata?

“Tutte. Ogni proposta ha una sua spiegazione ed un suo perché. Il vulcano vuol rappresentare l’importanza della tutela del proprio territorio e la prevenzione per evitare disastri ambientali. Ogni comune ha sul suo territorio un vulcano pronto ad esplodere, che sia un fiume pronto ad esondare, una frana pronta a staccarsi da una montagna o un terremoto che può scatenarsi da un momento all’altro, ma i politici snobbano sempre tutto ciò perché la prevenzione non porta voti. Da qui la proposta del vulcano per denunciare questo problema. Il muro antimigranti nasce per evitare che i piacentini lascino la città in mano ai migranti, preferendo trasferirsi in altri comuni limitrofi. Piacenza è una fra le maggiori città d’Italia per numero di migranti ospitati e se il flusso migratorio continuasse ad espandersi con tale forza, il rischio di perdere la propria identità è elevato; per questo ho deciso di proporre un muro, anche con l’intento di prendere in giro la proposta di Donald Trump. Infine la vittoria della morte è una fantastica figura retorica. Credo che negli ultimi anni il trend che portava alla continua crescita dell’età media della popolazione sia cambiato e dall’anno scorso la durata della vita ha iniziato a decrescere. Io vorrei ridare nuova dignità alla popolazione con questa battaglia alla morte e ciò si potrebbe fare se si decidesse finalmente di investire nella ricerca, in particolare in campo medico e biotecnologico.”

Ha sempre affermato di voler invadere al più presto Parma. Perché questo astio nei confronti di una città limitrofa?

“Penso che ogni piacentino che si rispetti non ami Parma e per questo non credo di esser l’unico a pensare ciò. A Parma sanno fare marketing meglio di noi da sempre ed è ora che noi ci riprendiamo ciò che è nostro. Ci hanno portato via il grana padano che nel frattempo si è trasformato in parmigiano reggiano grazie alle capacità imprenditoriali dei parmigiani, hanno trasformato Giuseppe Verdi in un cittadino di Parma quando è stato un rappresentante di Piacenza al primo senato del Regno d’Italia, ci hanno rubato il culatello ed ora vogliono portarci via pure la coppa. Da qui la metafora della distruzione di Parma.”

Durante tutti i suoi comizi elettorali si è sempre definito amico di Vladimir Putin. Quanto di vero c’è dietro questa sua presunta amicizia?

“La mia amicizia con Vladimir Putin è vera quanto l’amicizia con Donald Trump o Bill Gates o la parentela con la regina Elisabetta. Non c’è nulla di vero se non che sono cugino dell’ambasciatore italiano a Mosca Cesare Maria Ragaglini.”

Un’ultima domanda: è possibile che la politica attuale possa diventare costruttiva e formata anche da accordi? “La politica deve essere fatta di accordi perché il proprio compito è proteggere gli interessi dei cittadini; quello che conta dipende quale sia il fine degli accordi. Un tempo gli accordi esistevano ed erano costruttivi perché si puntava a proteggere la dignità dei cittadini, ora si preferisce l’inciucio in cui i gruppi politici di turno si accordano fra loro per impoverire gli elettori. Gli esempi sono molti, ma basta considerare il referendum sui finanziamenti ai partiti e quello sulla privatizzazione delle rete idriche per capire di cosa si parla. Guardate ora l’Emilia Romagna: ci troviamo di fronte una crisi idrica senza precedenti e con investimenti che ora saranno consistenti, quando intervenendo al momento giusto tutto ciò si sarebbe tranquillamente potuto evitare. La soluzione è semplice : basterebbe utilizzare per lo sciacquone l’acqua delle falde acquifere più esposte , salvaguardando quelle più profonde dalla contaminazione, e lo spreco sarebbe particolarmente ridotto, ma si sa, i politici preferiscono vendere l’acqua agli amici, con costi ed aumento dei prezzi esorbitanti.”

A molti le proposte di Stefano Torre possono sembrare pura utopia , se non addirittura scadere nella sfrenata pazzia di un megalomane. Osservando meglio il suo progetto si può osservare una perfida lamentela dell’attuale politica, ma non solo, anche una trasformazione positiva della nostra politica da quello squallido spettacolo che oggi presenta.

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