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La risposta

Orio, Gori a Masper: “Queste non sono le nuove rotte e la decisione è di Enac”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Sindaco di Bergamo al consigliere provinciale Gianfranco Masper che si è lamentato delle nuove rotte dell'aeroporto di Orio al Serio

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, al consigliere provinciale Gianfranco Masper che (leggi qui) si è lamentato delle nuove rotte dell’aeroporto di Orio al Serio.

Caro Gianfranco Masper,
faccio seguito alla sua comunicazione riguardante le rotte di decollo e atterraggio da/a Orio al Serio.
Mi chiede, a riguardo, di rivedere le mie “decisioni che l’Enac ha fatto proprie”, visto che – a partire dall’avvio della sperimentazione delle nuove rotte – “tutti si stanno lamentando”.
Rispondo con alcune precisazioni:

– la prima, fondamentale, è che ciò che abbiamo visto in questi giorni NON corrisponde se non in parte alla sperimentazione approvata dalla commissione aeroportuale. Da quanto abbiamo potuto osservare, per esempio, gli aeromobili in decollo verso ovest non seguono con precisione le due rotte – la 220 e nuova PRNAV – che dovrebbero suddividersi al 50% il traffico in quella direzione. Non so dire per quale ragione. È possibile che si tratti di un assestamento dei primi giorni. Ho ovviamente segnalato questa circostanza a Sacbo, chiedendo che sia tempestivamente applicato quanto approvato dalla commissione.

rotte di orio al serio

– la seconda è che, appunto, le “decisioni” spettano alla Commissione presieduta da Enac, non certo al sindaco di Bergamo.
La sua posizione per il resto mi è nota. È la posizione di chi nel 2009 decise di “sacrificare” Colognola, concentrando sugli abitanti di quel quartiere (e in parte di Campagnola) l’impatto acustico del traffico aeroportuale. Da allora i cittadini di quel quartiere hanno invano cercato di far sentire la propria voce. Io ho ritenuto giusto ascoltarla. La legge dice che la Commissione aeroportuale deve mettere in atto ogni possibile scelta e dispositivo per ridurre il più possibile il numero dei cittadini esposti a più di 60 dB di rumore. La proposta che ho portato in Commissione, e che Arpa ed Enav hanno validato, applica la legge, poiché parrebbe in grado di ridurre questo numero di oltre 2.500 unità – da subito; e di circa 4 mila non appena Enav sarà in grado di ottimizzare la gestione del bacino aereo di Linate. Noti bene: non solo a vantaggio di Bergamo, ma della gran parte dei comuni dell’intorno aeroportuale. Se così fosse – e solo la sperimentazione ce lo può dire – sarebbe un grande risultato.

Lei dice che la percezione del rumore, sopra o sotto la soglia dei 60 dB è sostanzialmente la stessa. Non è vero. Trattandosi anzi di un indicatore con base logaritmica, l’aumento del rumore è esponenziale e non lineare: pochi decibel fanno un’enorme differenza.

È chiaro che evitare la concentrazione del disagio sugli abitanti di pochi quartieri comporta, necessariamente, qualche fastidio in più per i residenti di altre zone della città o di altri comuni. Ma un conto è passare da “zero rumore” a “poco rumore”, o da “poco rumore” a “un po’ più di rumore” – può non far piacere, ma si tratta di un disagio sopportabile -, un conto è trovarsi costantemente esposti a valori acustici superiori alla soglia di criticità indicata dalla legge. Noi abbiamo il dovere di superare (o di limitare al massimo) questa situazione.

Ad ogni modo, quel che abbiamo visto fin qui non è molto rappresentativo. Confido che i soggetti coinvolti – Sacbo, Enac ed Enav – riescano velocemente a garantire la fedele applicazione di quanto è stato deciso dalla Commissione e testato da Arpa. Abbiamo bisogno di misurazioni e di dati oggettivi, non di “percezioni” e ancor meno di strumentalizzazioni.

Non è scontato che la sperimentazione ci consenta di raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati: si sperimenta proprio per questo, per verificare “dal vivo” ciò che a tavolino appare convincente. Sappiamo anche che la modifica delle rotte non sarà – non può esserlo – la soluzione di tutti i problemi (personalmente ritengo che si debba arrivare ad una eliminazione dei voli notturni, cosa che consentirebbe una migliore e più sostenibile distribuzione dei movimenti diurni); ma si tratta un passo che dovevamo fare, a tutela di migliaia di nostri concittadini e in nome di un necessario principio di equità.

Cordiali saluti,
Giorgio Gori

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