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Il progetto

Casa di Leo, gara di solidarietà per dare un alloggio alle famiglie dei bimbi malati video

Don Andrea Pedretti, promotore del progetto: "Un esperimento di housing sociale unico in Bergamasca"

‘Una casa lontano da casa’, che accoglierà le famiglie dei bambini bisognosi di cure ospedaliere prolungate: avrà 5 stanze, 15 posti letto, un cortile interno, una zona giorno condivisa e persino un’area camper. Sarà inaugurata entro dicembre, a Treviolo, in via Aldo Moro, e si chiamerà “La Casa di Leo”, in ricordo di un bimbo bergamasco morto nel 2015 per una malattia rara.

Leonardo Morghen, questo il suo nome, era andato negli Stati Uniti con la famiglia per trovare una cura. “Strutture come quella che abbiamo pensato lì sono piuttosto diffuse – spiega don Andrea Pedretti, dell’associazione Eos, promotore del progetto -. Si tratta di un esperimento di housing sociale unico in Bergamasca, dove la condivisione-  evidentemente non solo degli spazi -, può donare serenità, sollievo e diventare strumento guarigione”.

Nella Casa di Leo troveranno alloggio e conforto le famiglie dei bambini lungodegenti ricoverati all’ospedale Papa Giovanni XXIII d Bergamo. Costruita interamente in legno (il materiale fornito dall’azienda Marlegno di Bolgare) fino ad ora ha ricevuto sostegno economico per circa 300mila euro dalla Fondazione Cariplo. E ancora 180mila da Eos e 180mila dall’azienda bergamasca Innowatio, con sede al Kilometro Rosso di Stezzano: “Per la cifra che ci serve a raggiungere (800mila euro, costo totale del progetto, ndr) abbiamo aperto un mutuo – conclude don Pedretti -. Ne mancano ancora 50mila e ogni aiuto, ovviamente, è bene accetto”.

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