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In abbreviato

Omicidio stradale, prima sentenza: era ubriaco, l’investitore di Omar patteggia 2 anni

L'investitore di Omar Diop, 19enne morto fuori dal Nikita Costez di Telgate, ha patteggiato 2 anni: prima condanna per omicidio stradale in Bergamasca

Ha patteggiato una condanna in abbreviato a due anni con pena sospesa M. B., l’investitore 25enne di Omar Diop, il 19enne di origine senegalese residente a Grumello del Monte, morto nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 dicembre scorso in seguito a un incidente fuori dall’ex Nikita, ora discoteca Costez, lungo la provinciale 91 a Telgate.

La serata con gli amici era quasi conclusa per Omar, ma il gruppo aveva deciso di fare uno spuntino. Proprio mentre attraversava la strada, intorno alle 2, Diop era stato investito mortalmente da una Mercedes guidata da B., risultato poi ubriaco.

Un impatto tremendo, che non gli aveva lasciato scampo: inutili i soccorsi degli operatori del 118 chiamati disperatamente dagli amici che avevano assistito alla scena.

Sul posto erano intervenuti anche i carabinieri per i rilievi, che non avevano trovato segni di frenata sull’asfalto. Il 25enne alla guida dell’auto, che aveva raccontato di non aver visto Diop, era stato sottoposto all’alcoltest e trovato positivo (con un tasso alcolemico di 1.88 al primo test e 1,93 al secondo, a fronte di un limite di 0,50 per poter guidare): in base alle norme del codice della strada venne arrestato e indagato per omicidio stradale.

B., difeso dall’avvocato Roberta Barbieri, martedì 6 giugno, ancora sconvolto per l’accaduto, di fronte al giudice per le indagini preliminari Marina Cavalleri ha patteggiato in abbreviato una condanna a due anni con beneficio della sospensione condizionale della pena e la revoca della patente. Si tratta della prima sentenza per omicidio stradale in provincia di Bergamo.

Padre senegalese e mamma sarda, Omar Diop era nato a Cagliari e avrebbe compiuto 20 anni il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia. Si era trasferito a Grumello nel 2001 con i genitori Federica e Iso, entrambi operai, che gli avevano poi donato un fratellino, Amadou, ora 16enne.

Da poco aveva trovato lavoro alla Iti, un’azienda di Grumello. Tra le sue passioni c’era il calcio: in passato aveva militato anche nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, prima di passare alla Grumellese.

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