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Il personaggio

“Zingo-gang”, l’album debutto del giovane rapper spopola su YouTube

Il senegalese MBoss a soli 22 anni ha pubblicato il suo disco. "La mia Zingonia? Non solo spaccio e criminalità"

Il suo ultimo singolo, intitolato ‘Cartello’, è stato pubblicato su YouTube il 21 maggio. E nel giro di poche settimane ha raccolto oltre 90mila visualizzazioni. Numeri destinati ad aumentare. Lui è MBoss, al secolo Mohammed Sy. Senegalese, a soli 22 anni, dopo aver collaborato con alcuni dei nomi più in vista della scena hip-hop italiana (Jamil e Vacca su tutti) ha pubblicato il suo primo album dal titolo ‘ZG95’, uscito lo scorso 1 giugno e disponibile su tutte le piattaforme digitali.

‘ZG’ sta per ‘Zingo Gang’. E ‘Zingo’ è l’abbreviativo di Zingonia: uno dei posti più difficili della Bergamasca, scenario di spaccio e microcriminalità, che Mboss prova a raccontare a colpi di rime.

“Il mio cartello è ZG”, canta nel suo ultimo singolo. Il collegamento con i cartelli della droga – le grandi organizzazioni dei narcos – viene quasi naturale. Il tema principale di questo disco è la vita quotidiana e le situazioni che si affrontano quando si vive a Zingonia – spiega Mboss, ‘rapper di seconda generazione’ come si definisce lui, figlio di immigrati cresciuto in Italia -. Voglio raccontare le dinamiche difficili che si vengono a creare, ma anche la parte buona del quartiere, cercando di eliminare ogni pregiudizio. La società pensa che Zingonia sia solo criminalità e spaccio, ma non è così. La comunità deve sapere che ci sono anche persone con dei valori e dei sogni. C’è chi studia all’università, chi si è laureato e chi ha la sua attività imprenditoriale”.

A comparire nei suoi video, però, è soprattutto la Zingonia più controversa; quella del ghetto, quella dei palazzi dove avvengono le retate e “degli affari in Piazza Affari”, come si sente dire in un’altra delle diciassette tracce che compongono l’album: “Descrivo la realtà che vedo intorno a me e le esperienze che ho vissuto sin dall’infanzia – continua MBoss -. Non mi piace nascondere nulla, le storie devono essere reali. A ciò che si vede nei video, però, bisogna imparare a dare il giusto peso. Sono uno spot, un mezzo per mostrarsi alla gente e fare business”, dice. (‘ZG95’, titolo dell’album, è anche il logo di un brand d’abbigliamento che spesso compare nei clip e lanciato dallo stesso Mboss).

Altra tematica trattata nel disco è quella inerente l’immigrazione e il razzismo: “Cerco di lanciare un messaggio di uguaglianza e integrazione – spiega il giovane rapper -. Qui ho avuto la possibilità di confrontarmi con culture ed etnie diverse, e ciò mi ha reso una persona più aperta. Zingonia – conclude MBoss – non è certo un posto facile. Ma è nelle difficoltà che ci si fa forza a vicenda e che si impara a camminare con le proprie gambe. Per me, ormai, è una sorta di famiglia allargata. Per capirla davvero bisognerebbe viverla tutti i giorni”.

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