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Coincidenze e non

Saviano, Muti e l’attrazione Bergamo-Napoli, come per Donizetti: ma sabato a Pontida…

Pienone a teatro per Roberto Saviano, così come pienone era stato pochi mesi orsono, stesso posto, stessa ora, per Riccardo Muti.

Pienone e attenzione rapita a teatro per Roberto Saviano, così come pienone e attenzione rapita era stato pochi mesi orsono, stesso posto, stessa ora, per Riccardo Muti.

Due napoletani a Bergamo. Due napoletani certo diversi, ma entrambi schietti e ruvidi quando si tratta di dire verità scomode, ed entrambi di successo anche oltre confine (e per confine non parliamo certo della Campania o del Sud Italia).

Che ci sia una liaison più evidente di quanto ci si immagini o più di quanto gli stessi orobici ammettano tra la città della pizza e quella della polenta?

Non è un azzardo evidenziarlo e basta poco per capire come il legame non nasca adesso. Basta un artista, lo stesso che dà il nome al teatro: Gaetano Donizetti. Il “nostro” Gaetano, nato in Città Alta, in quel di Napoli ha vissuto a lungo e mietuto consensi: qui è stato direttore artistico del San Carlo per oltre 15 anni.

Risale dunque almeno all’Ottocento la sintonia tra le due città, ritenute spesso diverse e incompatibili, con sberleffi e insulti perfino, politicamente parlando. Già… la politica. È qui che sembrano tornare le distanze: sabato a Pontida, terra bergamasca famosa per i raduni leghisti, gruppi di napoletani popolari e non, si danno appuntamento per la giornata dell’orgoglio meridionale, in risposta alla “calata del barbaro” Matteo Salvini tra il Vesuvio e il Maschio Angioino.

Con buona pace di Donizetti, Muti, Saviano… e tanti altri.

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