“Tolleranza (tol-le-ran-za) s.f. : Atteggiamento di rispetto o di indulgenza nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie”. Tratto da Il dizionario della lingua italiana G. Devoto e G.C. Oli.
Recentemente è apparso su Print Freud, giornalino del liceo statale Secco Suardo, un articolo che, per le posizioni espresse, ha suscitato reazioni contrastanti e prese di posizione radicali e talvolta anche discutibili da parte di molti ragazzi facenti parte dell’Unione degli studenti Bergamo (LEGGI QUI).
L’autrice nel testo comunica le sue personali convinzioni sull’utilizzo dei contraccettivi e più precisamente su come lei consideri contro natura il profilattico e la “Pillola”.
L’aver espresso in modo così diretto le proprie opinioni ha provocato la reazione sdegnata e quasi sprezzante di un gruppo di studenti, i quali, sulle basi delle proprie convinzioni hanno duramente contestato l’autrice e il contenuto dell’articolo additando lo scritto come “idea pericolosa e contorta che trasmette concezione medioevali”.
Davvero non capisco.
Siamo arrivati al rovesciamento della realtà, chi accusa qualcuno di avere idee antiche e “medioevali” si comporta come la peggiore Inquisizione, condannando e mandando al rogo un pensiero che, seppur espresso davvero male, ha diritto ad essere liberamente palesato e rispettato. L’autrice esterna, come chiaramente scrive nell’incipit, “riflessioni personali”; il fatto che queste non siano in sintonia con quello che una supposta maggioranza di persone ritiene giusto, non implica alcun tipo di censura e di riprovazione nei suoi confronti.
Si è addirittura arrivati a sostenere che certe idee non possano nemmeno essere espresse, in pieno stile “non-essere parmenideo”, nel 2017 in nome di una presunta modernità.
Ma riflettiamo un attimo sul vero significato di quest’ultima: è forse consentire a ciascuno di poter liberamente esprimere il proprio pensiero oppure imporre paletti morali e censure in base a verità superiori?
Magari ai ragazzi dell’Unione studenti Bergamo farebbe bene un ripasso veloce di Voltaire e del suo “Trattato sulla tolleranza” di cui tutti ricordiamo la massima senza tempo “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”.
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