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Il concorso

Scribo Ergo Sum 2017: Liberi tutti!

Scribo Ergo Sum è il concorso di scrittura creativa aperto agli studenti iscritti agli istituti secondari superiori della Provincia di Bergamo che hanno aderito al progetto: ciascun autore ha deciso il titolo e il genere letterario del proprio racconto che per l’edizione 2017 doveva essere svolto seguendo la traccia “Liberi tutti – Liberi di scrivere, amare, sognare, viaggiare; di muoversi, di esprimersi, di scegliere. Liberi di partecipare, di combattere per un’idea, di opporre resistenza, di rompere dei confini e spezzare delle catene. Ma anche liberi di ascoltare, tacere, imparare, riflettere, osservare il mondo e cercare di capirlo. Liberi di raccontare cos’è la libertà”.

Racconto numero 13 – Liberi tutti!

Maria aprí gli occhi alla luce del sole nascente. Una nuova giornata uguale alle altre stava per incominciare. Lentamente si stiracchiò, poi scese dalla baracca.
Da quanto tempo si trovava nel campo di concentramento? Mesi, forse anni…
Neppure lei, che aveva sempre posseduto un’ottima memoria, riusciva a ricordarselo. Sapeva solo che era tantissimo tempo, quasi un’infinità.
Si ricordava ancora i bei tempi in cui andava a scuola, quando poteva divertirsi con i suoi amici più cari allegra e spensierata.
Pensava a quando suo padre e sua madre potevano ancora lavorare ed entrare nei negozi indisturbati.
Allora tutti sorridevano, e la vita trascorreva felice e tranquilla. Poi era arrivato lui.
Alto, occhi di ghiaccio, ciuffo nero e baffetti. L’uomo che per cattiveria e follia poteva essere paragonato al demonio. Proprio lui, il Führer, Adolf Hitler.
Una volta asceso al potere, aveva subito iniziato a fare propaganda contro la sua gente, gli ebrei. Non potevano piú lavorare né frequentare la scuola insieme ai ragazzi tedeschi, non potevano entrare nei negozi “ariani” e, soprattutto, non potevano avere libertà di religione.
Hitler parlava di liberare la Germania dagli ebrei.
-Perché parla di liberare la Germania? La libertà dovrebbe essere una cosa bella, ma discriminare delle persone per ottenerla non è per nulla bello…- continuava a ripetere Maria da tantissimo tempo.
Ripensò all’ultima volta in cui aveva visto i suoi amici.
Era un bel pomeriggio di primavera, e stavano giocando tutti insieme nel cortile. Lei, David, Lisa, Franz e Peter erano sempre stati inseparabili, e pensavano che sarebbero rimasti insieme per sempre.
Di quel giorno Maria non ricordava piú nulla, a parte degli uomini armati e un grosso treno, dopodiché si era improvvisamente ritrovata nel campo di concentramento.
Pensò a come sarebbe stata bella la libertà di religione in Germania. Già, purtroppo era solo un sogno finché ci fosse stato quel pazzo del Führer al potere.
-In fondo noi ebrei non abbiamo fatto nulla di male. Se ora ci troviamo qui tra mille patimenti la colpa non è certo nostra- continuava a dire sua madre.
La ragazzina era totalmente d’accordo con quelle parole. Era contenta che nonostante tutto la speranza della libertà continuasse a vivere.
All’improvviso una persona entrò di corsa nella baracca. Nonostante fosse magrissima e senza piú capelli, Maria la riconobbe subito. Era la sua amica Lisa.
-Maria, vieni! Franz, di nascosto, ha fatto una scoperta meravigliosa! È riuscito ad avvisare me, David e Peter senza farsi scoprire, manchi solo tu! Coraggio, vieni a vedere!- disse la ragazzina.
Maria, sebbene all’inizio fosse titubante, decise di seguire Lisa.
Attraversarono silenziosamente il campo cercando di evitare i soldati tedeschi che facevano da sentinelle, poi giunsero in un angolo isolato che non era sorvegliato.
Lí le attendevano Franz, Peter e David, irriconoscibili nel loro misero aspetto. Erano tremendamente magri e pallidi, e l’enorme camicione a righe con la stella gialla a sei punte cucita sopra li faceva sembrare ancora piú magri di quanto non fossero.
Franz indicò con la mano la recinzione di filo spinato e Maria poté notare la presenza di un buco abbastanza grosso perché potesse passare un ragazzino della loro taglia.
-Prego, prima le signore- disse Franz.
-Ma… sei pazzo? Cosa diavolo hai intenzione di fare?- domandò allarmata Maria.
-Voglio uscire da questo posto orrendo attraverso questo stupendo passaggio, ecco che cosa voglio fare. Volete venire anche voi?- rispose il ragazzo.
-Intendi dire che vuoi scappare?- chiese Peter.
-Non proprio… preferisco dire che vado incontro alla libertà. Se volete venire con me siete i benvenuti, altrimenti arrivederci-
E si infilò nel varco in mezzo al filo spinato.
David, Peter, Maria e Lisa avevano un po’ di paura, ma alla fine si convinsero a seguirlo.
Uno dopo l’altro, passarono tutti dall’altra parte del filo spinato e si lasciarono alle spalle l’orrendo campo di concentramento.
Nonostante la debolezza dovuta allo scarso nutrimento, i cinque amici si misero a correre a perdifiato per tutta la campagna che li circondava.
Era tutto tornato come un tempo: niente regole che impedissero loro di giocare e divertirsi, niente ordini e torture dalla mattina alla sera, niente soldati tedeschi, niente Führer…
Maria si sentí invadere da un’enorme gioia, aveva finalmente ritrovato la libertà che le era stata sottratta tempo addietro.
Stare con gli amici, senza nessuna differenza sociale o religiosa, uscire dalla soffereza… questa era davvero la libertà!
Libertà di religione, libertà di pensieri… libertà di essere liberi.
Anche se il campo di concentramento li aveva ridotti malamente, trovarono comunque la forza di tornare a fare ciò che facevano una volta, e quel poco tempo che poterono trascorrere di nuovo assieme, in segreto, riuscí a riaccendere nei ragazzi un lume di speranza.
-Io credo che un giorno tutto questo terminerà- diceva David.
-Una volta liberi staremo insieme per sempre- disse Lisa.
Un attimo dopo i ragazzi si trovavano di nuovo nel campo.
Dato che mancavano solo loro all’appello, i soldati erano andati a cercarli, scoprendo il passaggio segreto, e poi li avevano rintracciati e catturati.
Li condussero tutti e cinque in una grande stanza con delle docce e ordinarono loro di spogliarsi.
-Sempre insieme, ricordate. Anche nella morte- sussurrò Franz.
Vennero messi sotto le docce, che in realtà spruzzavano del gas velenoso, e li lasciarono lí.
Le loro anime leggere, pure e innocenti salirono al cielo insieme, finalmente libere.

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