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Il concorso

Scribo ergo sum 2017: Bianco e Nero

Scribo Ergo Sum è il concorso di scrittura creativa aperto agli studenti iscritti agli istituti secondari superiori della Provincia di Bergamo che hanno aderito al progetto: ciascun autore ha deciso il titolo e il genere letterario del proprio racconto che per l’edizione 2017 doveva essere svolto seguendo la traccia “Liberi tutti – Liberi di scrivere, amare, sognare, viaggiare; di muoversi, di esprimersi, di scegliere. Liberi di partecipare, di combattere per un’idea, di opporre resistenza, di rompere dei confini e spezzare delle catene. Ma anche liberi di ascoltare, tacere, imparare, riflettere, osservare il mondo e cercare di capirlo. Liberi di raccontare cos’è la libertà”.

BIANCO E NERO (racconto 34)

Tutti noi possiamo immaginare la nostra vita come un puzzle designato dalle nostre scelte. Ma siamo davvero così sicuri che la nostra vita, il nostro destino, siano comandati unicamente dalle nostre decisioni? Siamo davvero liberi come ci fanno credere?

Viviamo in una società che, senza influenzarci, non potrebbe esistere e, nel contesto in cui viviamo adesso, non potremo mai distinguerci da tutti gli altri, sebbene questa eterogeneità sia una convinzione comune. Siamo destinati a vivere in un mondo in bianco e nero, indirizzati a compiere le stesse scelte, costantemente influenzati. Tutto questo perché nessuno di noi osa distinguersi dagli altri, anche se esistono anche i finti alternativi, che purtroppo falliscono cedendo alle tentazioni o finendo per sentirsi schiacciati dai giudizi degli altri. Ormai quasi nessuno cerca di essere originale, di esprimere quello che è, quello che pensa. Cerchiamo di omologarci per non sentirci soli, perché da soli non siamo nessuno. Abbiamo bisogno di sentirci qualcuno, così finiamo per circondarci di persone vuote.. e a poco a poco diventiamo succubi di quel che circonda. Non siamo più in grado di pensare con la nostra testa, compiere scelte a seconda dei nostri gusti personali.

Siamo costantemente influenzati dalle cose che ci circondano. Viviamo in una società materialista, la cosa che più ci interessa è circondarci di cose di marca. Non vediamo oltre a quelle etichette, a quei nomi cuciti sui vestiti, a quel marchio scritto sui nostri cellulari. Non vediamo i materiali con cui sono fatti quei prodotti, non ce ne interessiamo. Siamo convinti che quelle che vediamo siano le cose migliori che il mondo ha da offrirci soltanto perché lo abbiamo “sentito dire”. Ma in realtà nessuno di noi ha stabilito personalmente se un oggetto di marca è migliore di uno senza. Ci è stato solamente imposto. Ma noi siamo convinti di averlo stabilito personalmente, di non essere stati influenzati in nessun modo. Oppure semplicemente non ci interessa. Siamo così coinvolti da questo modo di vivere che la cosa nemmeno ci infastidisce più.. “Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”.

Siamo visti come degli strumenti. Stiamo retrogredendo e non ce ne rendiamo nemmeno conto… ma purtroppo è evidente che non siamo nemmeno in grado di fare le cose più semplici come scrivere correttamente, semplicemente perché viviamo con degli strumenti che, anziché aiutarci come era stato pensato inizialmente, stanno prendendo sempre più spazio all’interno della nostra vita. Nel mentre usiamo sempre di meno la nostra mente e finiamo per diventare le persone vuote di cui la società necessita per sostenersi, come un edificio che ha bisogno di ogni singolo pilastro per non crollare. Ed è importante che in questo quadro perfetto nessuno si ribelli, nessuno cerchi di evadere da questi parametri, sconvolgendo i piani.

Ma se dovesse accadere che una persona decida di esprimere quello che è, nella maniera che preferisce, se qualcuno decide di apprendere e fare le cose per il gusto di farle finisce per essere emarginato, quindi, proprio come dicevo prima, rimane solo o addirittura viene discriminato dalle persone già entrate nel circolo vizioso dell’omogeneità generale. In questo caso possono poi accadere soltanto due cose: quella persona può decidere di non amalgamarsi alla società arrivando al punto di porre fine alla sua vita o semplicemente farsi influenzare sopprimendo la sua originalità e i suoi istinti. Ma se dovesse decidere di continuare a vivere senza farsi influenzare? Se dovesse decidere di non voler rinunciare al suo essere diverso, ai suoi ideali? Sconvolgerebbe totalmente il sistema, sarebbe estremamente coraggioso e intraprendente, non credete? E non trovate che sia bellissimo essere se stessi?

E’ questa la ragione per la quale ora sto scrivendo, il motivo per il quale vi farò leggere questo mio pensiero. Perché vorrei che queste non siano idee che rimarranno tali, vorrei che questa riflessione continuasse e vi faccia migliorare. Vorrei che voi continuaste o ricominciaste ad essere quello che siete, cercando di non perdere la vostra originalità. Siate come vorreste essere ricordati, mai come vi vorrebbero gli altri. Vorrei cercare di farvi capire che siete voi quelli che un giorno prenderanno un posto rilevante nella società e che potrete cambiarla solo se lo vorrete. La maggior parte di noi si lamenta criticando il mondo in cui viviamo, giusto? Quindi, pensandoci, non serve addossare la colpa a questa o quella persona sfogandosi e basta, bisogna pensare ed agire per cambiare le cose. Qualunque momento è buono per migliorare tutto quello che ci circonda e potremo finalmente essere veramente soddisfatti della nostra vita.

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