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Il caso

Boom della pillola dei 5 giorni dopo: “In Italia la prevenzione delle gravidanze indesiderate non funziona”

La vendita della pillola dei 5 giorni dopo arriva a quota 200.507 in dieci mesi - da gennaio ad ottobre 2016-, 660 al giorno, nel 2014 erano 13.401. È il segnale che la prevenzione della gravidanza indesiderata, in Italia, non funziona come dovrebbe, soprattutto tra le ventenni.

La vendita della pillola dei 5 giorni dopo arriva a quota 200.507 in dieci mesi – da gennaio ad ottobre 2016-, 660 al giorno, nel 2014 erano 13.401. È il segnale che la prevenzione della gravidanza indesiderata, in Italia, non funziona come dovrebbe, soprattutto tra le ventenni. Perché troppo spesso si corre ai ripari solo dopo avere fatto l’amore.

La pillola dei cinque giorni dopo è un contraccettivo, ma d’emergenza. Eppure oggi in Italia viene acquistata una ellaOne – 26.90 euro a pillola, non rimborsabili da servizio sanitario-, nome commerciale della compressa, ogni due minuti, notti comprese. Il record di vendite è raggiunto dopo la tormentata liberalizzazione del farmaco: dal 9 maggio 2015 chi vuole avere la pillola non deve più presentare nessuna ricetta, tantomeno un test medico che accerti uno stato di non gravidanza, come avveniva fino ad allora. L’obbligo resta solo per le minorenni. La scelta mette fine all’odissea delle donne, spesso rimbalzate da un Pronto soccorso a un consultorio per ottenere il farmaco, tra mille imbarazzi, giustificazioni inutili e perdite di tempo. E porta a una crescita esponenziale delle vendite. Dati che si prestano a numerose riflessioni.

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Li ha raccolti Federfarma su richiesta del Pd lombardo, che nei prossimi giorni presenterà il report annuale sulla situazione delle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) e la prevenzione. Sara Valmaggi, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia per il Pd, sottolinea: “Rendere libero l’acquisto di questo metodo contraccettivo d’emergenza senza l’obbligatorietà di prescrizione è stata una scelta giusta e di civiltà. Finalmente l’Italia si è allineata agli altri Paesi europei nel prevenire eventuali interruzioni di gravidanza evitando alle donne le sofferenze legate a un evento così traumatico. La relazione stessa dello scorso dicembre del ministero della Salute mette in relazione la riduzione del numero degli aborti con l’aumento delle vendite di questo farmaco. Il progresso della farmacologia e le prese di posizione chiare delle istituzioni sanitarie possono tutelare la salute oltre che ridurre inutili costi sociali ed economici”.

La vicepresidente del Consiglio superiore di Sanità Eleonora Porcu, ginecologa e docente all’Università di Bologna, commenta: “Il record di vendite dimostra che in Italia non c’è una cultura consapevole della procreazione. Ci si affida alla contraccezione d’emergenza e non a una vera programmazione o meno delle gravidanze. Io lo sento come un mio fallimento perché, insieme ai colleghi medici, non sono riuscita a vincere la battaglia di un’informazione corretta. Le donne hanno sempre ragione, loro se la cavano come possono. Ma perché noi non riusciamo a fare passare il messaggio di come si fa vera prevenzione di una gravidanza indesiderata, senza ricorrere a metodi d’emergenza?”.

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