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Diario da new york

La tipica giornata newyorkese: Statua della Libertà, 11 settembre e Wall Street fotogallery

Continua il nostro viaggio newyorkese in compagnia di Stefano Vailati, studente bergamasco di 17 anni nella Grande Mela per un prestigioso stage alle Nazioni Unite.

Dormire a sufficienza è un miraggio anche questa notte, ma con cinque ore di sonno e una doccia sono (quasi) come nuovo. Il programma di oggi è uno dei più classici del turismo newyorkese: Statua della Libertà, memorial dell’11 settembre e i vari quartieri caratteristici (Chinatown, Little Italy, Soho e il distretto finanziario), ma andiamo con ordine.

Io e gli altri del gruppo ci incontriamo con la referente nella hall per sapere i dettagli del programma del giorno alle nove e mezza. Siamo puntuali, ma comunque non in anticipo, la colazione quindi slitta e si svolge per strada mentre andiamo a prendere la metropolitana.

Avendo già i biglietti evitiamo la peggiore delle code che vediamo al nostro arrivo al traghetto, ma dobbiamo comunque passare i vari controlli, che creano qualche rallentamento. Mentre siamo in fila notiamo con piacere due scoiattoli, che si avvicinano per vedere abbiamo del cibo da offrire, restando purtroppo delusi.

Il clima è freddo, ma al sole si sta bene e l’unico fastidio è causato dal vento, che sul traghetto è fortissimo e che, scopriremo stasera, ci impedisce di accorgerci che ci stiamo scottando sulla faccia. Dopo un giro piuttosto breve intorno alla statua della libertà risaliamo sul traghetto con destinazione Ellis Island, dove si trova il Museo dell’Immigrazione. Gli oggetti esposti non sono molti, ma tutti originali e perfettamente conservati, e c’è tantissimo materiale interattivo, compresa un interessantissimo motore di ricerca per controllare se tra i migranti registrati negli anni sia presente qualche nostro antenato.

Tornati sulla terraferma, ci dirigiamo verso i monumenti in memoria degli attentati al World Trade Center del 2001, e lì ci dividiamo, qualcuno va al museo, altri, come me, preferiscono vagare senza meta, o quasi, tra i quartieri.

Girando le vie più assurde ci viene tardi, e quindi torniamo verso il City Hall, luogo di ritrovo, con la metropolitana. Da qui andiamo incontro a quelli che devono ancora arrivare fino a Wall Street, che però non possiamo visitare a fondo per questioni di tempo.

Prendiamo di nuovo la metropolitana fino a Brooklyn, poi torniamo a piedi attraverso il ponte mentre il sole tramonta, godendoci e fotografando un paesaggio a dir poco fantastico. Sempre per questioni di tempo non possiamo tornare a piedi verso l’hotel e quindi optiamo per la metropolitana, compagna fedele di questa giornata.

Al rientro in hotel sono stanco morto e discretamente sazio, quindi non scendo nemmeno per cenare, ma mi riposo un attimo e scrivo, arrivando quasi a terminare questo articolo. Inutile dire che poi c’è altro da fare e lo sto concludendo alle tre e mezza del mattino, ma questa ho la consolazione di non avere una sveglia all’alba domani mattina, poiché è l’ultima notte in hotel e domani siamo completamente liberi.

Buongiorno a tutti.

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