“Pensavo fosse uno scherzo, invece purtroppo è vero: 4 bambini di una scuola elementare non verranno alle lezioni concerto sul jazz per incompatibilità religiosa”. È lo sfogo pubblicato su Facebook da Claudio Angeleri, direttore del Cdpm (Centro didattico produzione musica).
“I loro genitori – scrive Angeleri – forse non sanno che molti musicisti jazz sono di religione musulmana, così come di altre fedi e religioni. Proprio il jazz è stato inoltre dichiarato dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità per le sue caratteristiche di inclusività, fratellanza e pace. Esattamente il contrario di quello che fanno proprio quei genitori”.
Il riferimento di Angeleri è al progetto Incontriamo il jazz 2017 – Bergamo per International Jazz Day. Un progetto didattico sul jazz rivolto agli studenti delle scuola primarie, medie e degli istituti superiori.
Il post di Angeleri, nella vita pianista, compositore e didatta, ha subito scatenato un grande dibattito, con decine e decine di commenti: “Per tanti musulmani la musica è illecita e vietata”, ha scritto qualcuno.
“A me non risulta che siano tantissimi – ha risposto Angeleri -. Anzi direi proprio che siano una minoranza molto esigua. Nel nostro caso 4 su 1700. Ma questo non c’entra col fatto che la scuola e gli operatori devono continuare a insistere sulla cultura come strumento di libertà e democrazia”. “Non bisogna mollare e continuare a insistere e dialogare”.
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