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Cinema

In concorso

Dall’Olanda al Bergamo Film Meeting: “Waldstille” ovvero il bisogno di redenzione

Terzo film in concorso al Bfm 2017: Waldstille è una produzione olandese del regista Martijn Maria Smits, noto più che altro per la scrittura di due film per la televisione e di alcuni corti.

Titolo: Waldstille

Regia: Martijn Maria Smits

Attori: Thomas Ryckewaert, Jelka van Houten, Maartje van de Wetering, Jappe Claes, Olga Louzgina, Jasmijn Simons

Genere: Drammatico

Durata: 1h 30m

Titolo Originale: Waldstille

Paese di produzione: Paesi Bassi

VOTO: 6.5/10

Ben e la compagna Tinka stanno tornando a casa da una festa di carnevale quando la loro auto è coinvolta in un grave incidente: Tinka muore sul colpo, mentre Ben, che era alla guida, si salva per miracolo. L’incidente però è stato causato proprio da una distrazione del conducente, che viene quindi incarcerato per sei anni, perdendo l’affidamento della figlia Cindy, la quale va a vivere con i nonni materni. Una volta uscito di prigione, Ben ritrova la determinazione necessaria a ricostruirsi una vita e a tornare in contatto con la figlia, nonostante l’opposizione dei suoi nuovi tutori.

Waldstille è una produzione olandese del regista Martijn Maria Smits, noto più che altro per la scrittura di due film per la televisione e di alcuni corti, ma solo al suo secondo lungometraggio per il cinema. Il film è molto aderente alla politica autoriale di Smits, trattando di tematiche care al regista: il rapporto padre-figlia su tutte, ma anche il senso di responsabilità e il bisogno di redenzione insito in un uomo che ormai viene additato (forse anche ingiustamente) come un assassino. Il personaggio di Ben, interpretato da un convincente Thomas Ryckewaert, è il perno attorno a cui ruota tutto il film: ogni comparsa si muove intorno al protagonista e reagisce sempre e solo di conseguenza alle sue azioni. Anche la cinepresa ruota costantemente attorno al personaggio di Ben: dai (pochissimi) movimenti di camera alla fotografia, tutto contribuisce alla caratterizzazione del protagonista del film, che alla fine riesce ad emozionare e farsi ricordare dal pubblico. Degna di nota è anche la gestione delle luci e dei colori, di grande qualità e difficilmente raggiungibile in un film indipendente.

Purtroppo però Waldstille non è perfetto: se dal punto di vista tecnico e recitativo la qualità è molto alta, lo stesso non si può dire per la trama e la sceneggiatura. Il film, di per sé, non è assolutamente originale e parte da premesse già viste e riviste sul grande schermo, e a ciò va aggiunto anche che il ritmo a cui si muove è veramente troppo lento: i tempi tra una scena di rilievo e l’altra sono estremamente dilatati, tanto da generare, in alcuni casi, un vero e proprio fastidio nello spettatore. I dialoghi, che sarebbero dovuti essere il punto forte del film, sono estremamente piatti e privi di caratterizzazione.

In conclusione, Waldstille è un film certamente sufficiente e dotato di grandi pregi tecnici, ma che tende a perdersi troppo con l’incedere della trama, facendo a tratti sopraggiungere la noia.

 

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