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I dubbi

Elicottero caduto a Foppolo: l’ipotesi scarsi controlli fotogallery

Tante domande emergono nei siti specializzati, ad esempio: è vero che molti "R-22 che circolano in Italia immatricolati ultraleggeri" sarebbero elicotteri "che hanno raggiunto il limite massimo delle ore di funzionamento"?

L’incidente dell’elicottero ultraleggero precipitato domenica 26 febbraio sulla pista da sci a Foppolo ha sollevato un vespaio che, per ora, lascia dietro di sé tutta una serie di interrogativi che vanno anche aldilà del singolo episodio, visto che ha riproposto l’annoso rischio per la sicurezza legato al sorvolo di aree affollate a scopo ludico.

Dopo l’accaduto, c’è chi s’è chiesto se il mezzo potesse o meno volare sulla testa di così tanta gente nelle ore di massimo affollamento, atterrando a pochi metri di distanza da una delle terrazze, dal tapis-roulant e dalla stazione di monte della seggiovia Montebello.

Secondo le ricostruzioni, l’aeromobile, a bordo del quale si trovavano un milanese di 28 anni e un amico di Foppolo, era decollato intorno alle 15 per un giro panoramico, ma durante la fase di atterraggio avrebbe perso stabilità rovesciandosi su un fianco. Vicino al punto in cui è precipitato, inoltre, si trovavano tre bambine che stavano giocando con la neve: le pale le hanno soltanto sfiorate.

“Quel che è successo è inammissibile – ha commentato a Bergamonews un papà che si trovava sul posto al momento dell’incidente –. L’errore più grave sarebbe quello di derubricare un incidente senza morti come un banale fatto di cronaca; quando, invece, dovrebbe stimolare un dibattito ed un forte richiamo alle autorità competenti affinché vietino il sorvolo e l’atterraggio di questi “giocattoli” in posti così affollati dalla gente”.

In effetti, di chiarezza, fino ad ora, ne è stata fatta poca: l’Ansv (Agenzia nazionale sicurezza volo) ha fatto sapere che non indagherà sull’incidente perché riguarda un mezzo ultraleggero, e pure l’Enac (l’Ente Nazionale Aviazione Civile) sembra non avere competenza su velivoli di questo tipo al contrario dell’Aero Club d’Italia, che invece sarebbe in possesso dell’elenco dei mezzi autorizzati a volare in Italia. L’Aero Club d’Italia è ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell’Interno. Toccherebbe a lui, quindi, fornire un qualche tipo di spiegazione.

Cartina di tornasole dell’interesse che ha suscitato la vicenda sono anche i forum d’aviazione, dove ogni giorno scrivono decine di appassionati ed esperti. Gli utenti si chiedono perché un ultraleggero volasse su assembramento di folla (comportamento vietato dal DpR 133/2010, come riportato qualche giorno fa da Bergamonews) e come mai un R-22 (peso a pieno carico oltre 620 chili) possa essere immatricolato come ultraleggero il cui limite di legge è di 475 kg.

Tante le domande che emergono, per esempio dal sito specializzato Avionews.it, che si chiede se l’Aero Club d’Italia faccia effettivamente i “controlli” necessari, dal momento che esisterebbero “R-22 che circolano in Italia immatricolati ultraleggeri” mentre in realtà sarebbero “macchine riciclate, che hanno raggiunto il limite massimo delle ore di funzionamento o addirittura incidentate e non più certificabili”.

Specialisti d’aviazione, inoltre, come riporta il sito, avrebbero definito l’Italia come “una sorta di ‘buco nero’ degli R-22”, con conseguenze pericolose per la sicurezza di chi si trova in volo e non solo.

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