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Il ruolino di marcia

Giorgio Berta: “Ad aprile il bando per il Donizetti, il teatro segnerà la rinascita del centro”

Il presidente della nuova Fondazione Donizetti fa il punto sulla ristrutturazione del teatro di Bergamo dopo i primi tre mesi di lavoro del Consiglio a ritmo serrato.

Il ruolino di marcia è stabilito. I tempi sono scanditi e sono stretti. Impresa ardua, costosa e delicata per tanti motivi: ristrutturare il Teatro Donizetti e riconsegnarlo alla città. Giorgio Berta, presidente della Fondazione Donizetti, elenca date, costi, progetti non senza cautela, consapevole dell’importanza che il teatro riveste per la città, della sua posizione centralissima e dell’impegno finanziario: la ristrutturazione costerà circa 18 milioni di euro. Cautela, ma anche fiducia e determinazione: si parte finalmente dopo anni e anni di stop-and-go. Il gruppo di lavoro procede a ritmo serrato con la voglia di fare bene e presto. “Ho trovato in tutte le persone che ho incontrato un entusiasmo non scontato su questo progetto” afferma Berta.

Lo abbiamo incontrato nel suo studio al termine di una riunione con il direttore del teatro Massimo Boffelli e dopo aver visionato i disegni del progetto definitivo del restauro.

Da meno di cento giorni guida la nuova Fondazione Donizetti, impegno tutt’altro che leggero: come si è trovato finora?
“Molto bene. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Donizetti è costituito da persone di altissimo profilo che stanno lavorando molto, che dedicano tempo e passione a quest’operazione”.

Com’è il ritmo di lavoro?
“Direi intenso: i consigli di amministrazione della Fondazione Donizetti sono stati sette o otto in tre mesi. Mediamente durano due ore e mezza, anche tre. Ci sono tanti passaggi da vedere, da valutare per poi decidere. È un lavoro che procede in stretta collaborazione con l’Assessorato ai lavori pubblici. La Fondazione ha un incontro ogni due settimane con l’assessore Marco Brembilla e il suo staff per verificare lo stato dei lavori, per capire le problematiche e gli ostacoli che ci possono essere o che possono subentrare in un appalto di certo non semplice”.

Quali sono le complessità di un appalto di questo genere?
“È complesso per le dimensioni dei lavori, per i costi, per i risvolti e gli esiti, per cercare di prevedere intoppi imprevedibili”.

Che cosa teme di più?
“L’esito. Purtroppo o per fortuna l’esito di questo cantiere si vedrà subito. A fine lavori si vedrà se abbiamo lavorato bene e ci sarà un bel  teatro o meno. Posto poi che è in mezzo alla città, in una posizione e in una zona che si vuole rivitalizzare, è ovvio che se la ristrutturazione è bella l’obiettivo sarà centrato. Ho visto i disegni e mi sembra che la ristrutturazione sia nel pieno rispetto di quello che oggi è il Donizetti: sarà ancor più di oggi l’orgoglio della città”.

Scorriamo un po’ di date. A quando il bando?
“Ci sono ancora dei passaggi amministrativi, ma pensiamo che il bando sia pronto per i primi giorni di aprile. Se non ci saranno problemi e ostacoli, l’inizio lavori sarà per ottobre, i tempi di realizzazione sono stimati in 20-22 mesi, il tutto per essere pronti e riaprire il teatro nell’ottobre 2019 per la nuova stagione”.

Se la tabella di marcia non sgarra. Anche se abbiamo precedenti non proprio felici a Bergamo, basti pensare all’Accademia Carrara.
“Il timore è proprio che ci possa essere qualche ostacolo lungo il cammino: stiamo parlando di un bando pubblico europeo che ha determinate caratteristiche. Certi timori però li supero con la fiducia. L’ingegner Berlucchi assumerà la direzione lavori, è un professionista di grande serietà e questo mi dà una certa serenità”.

Che cosa l’ha colpita di più in questi mesi di incontri?
“Ho conosciuto tutte le persone dello staff dell’assessorato dei lavori pubblici e le ho trovate molto disponibili, concentrate nel raggiungere l’obiettivo, molto collaborative. Poi ho trovato un entusiasmo che non è così scontato. Non è poca cosa. Ho trovato, seppure in ambienti differenti, un senso di responsabilità e una volontà di fare squadra attorno a questo progetto che mi rincuorano per l’impegno che ho preso”.

Da uomo di affari come vive questo incarico? 
“Con grande senso di responsabilità e di timore. L’investimento è importante: 18 milioni di euro. Voglio ringraziate una ad una tutte le aziende che hanno contribuito a generare questo patrimonio. L’amministrazione pubblica ha scelto, come dice lei, un uomo d’affari e in tale veste il mio compito è quello di far tornare i conti su un intervento strutturale che coniuga arte ed efficienza, storia e funzionalità. E posso assicurarlo: ci metto tutto il mio impegno”.

La Fondazione, oltre alla ristrutturazione del Donizetti, ha in carico anche il Teatro Sociale e il Palacreberg. Una bella responsabilità.
“Direi di sì. La programmazione del Palacreberg è affidata alla Promoberg, mentre durante i lavori sposteremo al Teatro Sociale gli spettacoli in cartellone sia per la lirica sia per la prosa”.

Non temete di perdere gli affezionati abbonati della prosa spostandoli al Teatro Sociale?
“Qualche spettacolo della stagione di prosa lo allestiremo al Palacreberg. Per non perdere spettatori cercheremo di ridurre i possibili disagi per chi andrà al Sociale in Città Alta, oggettivamente più complicata da raggiungere: per esempio con mezzi di trasporto più frequenti e navette dedicate. A questo stiamo lavorando per far trovare ancora più accogliente Città Alta, magari stringendo una collaborazione con i commercianti e i ristoratori. Ma gia adesso quando si sale a sera e si sentono le musiche di Donizetti irradiarsi per le vie si percepisce la bellezza del posto e questo ripaga sforzi e disagi”.

Ha conosciuto i direttori della stagione di prosa e della stagione lirica?
“Maria Grazia Panigata è stata nominata venerdì 24 febbraio direttore artistico per la stagione di prosa. Lo era già per incarico dell’Amministrazione Comunale, ma con il passaggio alla Fondazione Donizetti c’era la necessità di questa nomina. Io e i consiglieri della Fondazione la incontreremo presto. Ho incontrato e conosciuto Francesco Micheli. Me ne avevano parlato molto e bene e le aspettative sono state confermate perché è una persona di una cultura e di un’umanità veramente fuori dall’ordinario. Per non parlare della simpatia”.

La vera ricchezza del Teatro Donizetti è il suo pubblico. In questi giorni c’è uno spettacolo che, nonostante le repliche, non ha esaudito duemila richieste. Non pensa che a Bergamo servirebbe un nuovo teatro in centro città? Ipotizziamo: una nuova vita per il Teatro Nuovo con una ristrutturazione come quella che fece Marco Zanuso per il Teatro Studio all’interno dell’ex Fossati per il Piccolo Teatro di Milano?
“Prima di tutto bisogna dire che con la ristrutturazione del Teatro Donizetti qualche posto si andrà a perdere, purtroppo. Certo il Teatro Nuovo avrebbe una posizione strategica, ma non so che ambizioni e quali progetti abbiamo i proprietari del Nuovo al riguardo. Non bisogna dimenticare che appartiene ai privati”.

Possiamo lanciare un appello?
“Gli appelli si possono sempre fare. Per ora mi limito a guardare il presente e seguo con grande interesse i possibili interventi sull’ex diurno. Devo ammettere che la riqualificazione di quello spazio  sarebbe un’ulteriore spinta per rivitalizzare in maniera definitiva il centro di Bergamo. E il disegno che l’Amministrazione Comunale sta proponendo per il cuore della città è davvero interessante”.

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