Dominavano in modo illecito gli appalti pubblici del Lago d’Iseo, sfruttando un complesso sistema economico piramidale che gli consentiva di sbaragliare la concorrenza grazie all’emissione di fatture false e indebite compensazioni con crediti inesistenti.
Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, sono finiti in manette i fratelli Sallaku (Gezim, Saimir e Isuf) e il loro commercialista, Giovanni Lazzari, con studio a Brescia e Costa Volpino.
Secondo gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi, il professionista non solo era a conoscenza dei loschi affari degli imprenditori ma era parte integrante del sodalizio, nonché ideatore del complesso sistema architettato per accedere agli appalti senza destare sospetti.
Per tutti e quattro è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. Nei guai anche la segretaria dei Sallaku, che è stata sottoposta all’obbligo di dimora.
Nel complesso, le fiamme gialle hanno sequestrato 13,5 milioni di euro di euro tra 18 aziende e 70 immobili. Oltre a un’imbarcazione e 50 auto.
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