L’Atalanta e l’Europa? Rimandata, non bocciata. Quando avevano chiesto a Gasperini se Lazio-Atalanta era una sfida per l’Europa, il tecnico nerazzurro alla vigilia aveva risposto: “E’ uno spareggio, se lo vinciamo capiremo che ci siamo anche noi per giocarcela”. Dopo la sconfitta con la Lazio, Gasp non si arrende ma ricarica la squadra: “Abbiamo perso, ricominceremo a ragionare partita per partita provando a risalire fin da domenica prossima”.
La sconfitta brucia, purtroppo in cinque giorni l’Atalanta ha incontrato le due squadre che in questa fetta di stagione le hanno dato più problemi. Con la Juve non era inevitabile ma era quasi impossibile fare l’impresa. E pazienza. Con la Lazio s’è visto che non è cambiato moltissimo tra le due squadre, dalla prima giornata di campionato. Cioè che manca sempre qualcosa per colmare la differenza, che esiste, se per due volte ha vinto la squadra di Inzaghi.
Ma perché brucia il ko? Perché non s’è vista la solita Atalanta, anche per merito dei biancocelesti e però… Ci sarebbe piaciuto vedere le due squadre ad armi pari, con quelle gambe che hanno permesso all’Atalanta di saltare l’avversario, arrivare prima sul pallone, creare occasioni da gol e impedire all’avversario di costruirle. Ecco, tutto ciò è avvenuto solo in parte a Roma, perché è chiaro che i nerazzurri hanno pagato (anche) lo sforzo di Coppa sul campo della Juve.
L’eccezione, bella e purtroppo fine a se stessa dell’Olimpico, è stato il gol di Petagna, quel tiro al volo di destro a rompere un digiuno che nessuno in realtà faceva pesare, visto il grande lavoro dell’ex milanista in ogni partita a vantaggio della squadra. Però per battere la Lazio tutto deve filare alla perfezione e così non è stato.
Dal portiere a Gomez, metti qualche errore dietro e qualche altro sotto la porta di Marchetti e il gioco è fatto. Basta un gol di differenza, magari in rimonta su rigore ingenuo come era accaduto a Genova contro la Sampdoria, ma è sufficiente per far esultare la parte laziale e schiumare di rabbia Gasperini, che le telecamere hanno impietosamente colto mentre perdeva il suo self control (diciamo così) contro il quarto uomo Vuoto (e non erano battute sul nome) e l’arbitro. In effetti Pairetto non è piaciuto granchè, ha lasciato molto correre e soprattutto ha sorvolato su diversi contatti subìti da Gomez, che avrebbero potuto anche portare a un paio di calci di punizione favorevoli ai nerazzurri.
Detto questo, non è l’arbitro che ha battuto l’Atalanta.
La Lazio si è confermata avversario molto rognoso per la squadra di Gasperini, una squadra molto fisica e ben messa in campo da Simone Inzaghi.
Ma più che per la Lazio, l’Atalanta si è fatta male da sola, come sul primo gol con Zukanovic che è rimasto a guardare Milinkovic. Qualcuno aveva accusato Sportiello per un paio dei quattro gol subìti all’andata? Beh anche il rigore provocato da Berisha poteva essere evitato dal portiere albanese, con un’uscita meno avventata… E poi la squadra, una volta sotto, si è sbilanciata rischiando di incassare il terzo gol, mentre ha mancato il pareggio ancora con Petagna e con Gomez, che non ha confermato lo stato di grazia di Verona dove aveva imbracciato la doppietta. Ma già contro la Juve era in campo non al meglio e anche a Roma ha subìto una botta dopo pochi minuti… Paloschi ha avuto poco più di un quarto d’ora e una palla “sporca” per provare a tornare al gol, che gli manca dal 2 aprile scorso, nel 2-2 con lo Swansea sul campo dello Stoke City.
La morale è che le prime sei squadre al momento sono più forti, c’è stato anche il sorpasso dell’Inter e non è certo solo colpa (o merito) di Gagliardini, bravissimo ad esordire alla grande a San Siro dove non ti perdonano nulla.
Ma, come dice Gasperini, bisogna ripartire subito, del resto anche i numeri dicono che la sua Atalanta non ha mai perso più di due volte consecutive. E visto che mancano due settimane alla fine del mercato, anche Percassi faccia il bravo…e basta cessioni. Se arrivano rinforzi, meglio ancora.
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