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Il giallo

Delitto di Colognola, disperata la madre di Daniela: “Chi me l’ha uccisa in quel modo?” fotogallery video

Non si dà pace Silvia Arvati, la madre di Daniela Roveri, la donna di 48 anni uccisa con una coltellata al collo. Le due avevano sempre vissuto insieme

Non si dà pace Silvia Arvati, la madre di Daniela Roveri, la donna di 48 anni uccisa con una coltellata al collo la sera del 20 dicembre nell’androne del palazzo in cui abitava, in via Keplero 11 a Colognola.

La signora Arvati, assistita dall’avvocato bergamasco Francesca Longhi, non riesce a darsi una spiegazione per quanto accaduto e a quasi un mese dal delitto è ancora molto scossa per la perdita, in quel modo, dell’unica figlia che aveva e con la quale aveva sempre vissuto.

La famiglia Roveri, di origini mantovane, si era trasferita a Bergamo, nella palazzina di Colognola, nel 1975. Qualche mese più tardi, in un drammatico incidente stradale, il padre di Daniela aveva perso la vita. Tra le due donne si era così creato un rapporto molto profondo, tanto che la figlia non si era mai sposata né trasferita, scegliendo di vivere sempre con la madre nell’appartamento al quarto piano del condominio in cui è stata ammazzata.

Le indagini sul delitto proseguono, partendo proprio dalle dichiarazioni della madre della vittima: è stata lei, subito dopo un vicino, a ritrovarla in un lago di sangue all’uscita dell’ascensore al primo piano.

Ecco il racconto del vicino, Fabio Dozio:

Di fronte agli inquirenti Silvia Arvati ha ricostruito per filo e per segno la vita della figlia, dall’azienda in cui lavorava, la Icra di San Paolo d’Argon (in cui aveva lavorato anche lei stessa), passando per la palestra che frequentava, “Il club” di Azzano San Paolo, fino alle frequentazioni maschili, un compagno e un corteggiatore respinto.

Chi indaga non ha però riscontrato nessuna ombra nella vita di Daniela Roveri, descritta da tutti come una persona educata e riservata. Anche dallo stesso avvocato Francesca Longhi, amica di famiglia, che la conosceva bene. In questi giorni di dolore è lei la persona più vicina alla madre di Daniela.

In attesa degli esiti dell’esame del capello (probabilmente maschile) ritrovato sul cadavere, è emersa la pista del vicino di casa: qualcuno che abbia avuto un astio tanto forte da uccidere la donna in quel modo. Una tesi avvalorata dal fatto che il killer sapeva come muoversi in quel palazzo e come scappare senza farsi vedere.

Nel frattempo è atteso per i prossimi giorni anche il confronto tra i medici legali dell’omicidio di Colognola e di quello di Seriate. L’obiettivo è capire se a uccidere Daniela Roveri la sera del 20 dicembre e Gianna del Gaudio la notte del 27 agosto, sia stata la stessa persona.

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