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Arte

La mostra

L’enigma, il simbolo, il gioco: l’arte di Lorenzo Lotto, tutta da scoprire a Bergamo

L8 attraverso Bergamo: fino al 26 febbraio 2017 una mostra all'Accademia Carrara, un itinerario in città e la riscoperta del coro della basilica di Santa Maria Maggiore.

L’enigma, il simbolo, il gioco. L’arte di Lorenzo Lotto, oltre che una magistrale espressività e perizia, ha dalla sua, per piacere al nostro tempo, il sottile gusto del concetto, il giro cifrato del messaggio.

È con un rebus, non a caso, che si apre il progetto espositivo su Lotto promosso da Fondazione Accademia Carrara, a cura di Emanuela Daffra e Paolo Plebani. L’efficace locandina fa occhieggiare il presunto autoritratto di Lotto del Museo Thyssen di Madrid da una sagoma di serratura, o se si preferisce del numero otto: ecco “L8 attraverso Bergamo”, un vero e proprio tour delle meraviglie tra gli spazi dell’Accademia Carrara, il Museo Adriano Bernareggi, la Basilica di Santa Maria Maggiore e le vie di Bergamo alta e bassa.

In particolare l’esposizione in Carrara “Un Lotto riscoperto” punta sulla raffinata e umanissima arte di un genio del Rinascimento per riaccendere i riflettori sul civico museo, a un anno di distanza dalla mostra “Io sono il sarto”. Quasi una “dichiarazione di intenti”, come ha sottolineato la direttrice Daffra, che selezionando poche opere del maestro veneziano crede nella “costruzione di un discorso critico aperto al futuro, una chiave di lettura per il territorio che lo circonda”.

La mostra su Lotto in Carrara, a quasi vent’anni dall’altra grande mostra dedicata al Lotto, non punta a stupire, ma ad affascinare. E a restituire la magia di un linguaggio personalissimo, di straordinaria ricchezza semantica, che ama frequentare i territori dell’inconscio.

Nella prima sala, immersa nella penombra, il possibile autoritratto del pittore – per la prima volta in Italia – restituisce la complessità psicologica del soggetto, con il suo volto per metà mangiato dall’ombra, per metà puntato sullo spettatore. Di fronte scorrono su una postazione multimediale una serie di ritratti di artisti coevi al Lotto, che in visione sinottica “mostrano per suggestione – precisa Daffra – l’indipendenza di Lotto, la sua particolarità e assoluta originalità rispetto ai grandi contemporanei, Durer, Bellini, Raffaello, Tiziano”.

La seconda sala ruota intorno alla chicca dell’esposizione: la tarsia raffigurante la Creazione, creduta sinora una replica antica di quella negli stalli del coro della Basilica di Santa Maria Maggiore e conservata nel Luogo Pio Colleoni, all’attenta analisi degli esperti della Carrara si è rivelata autografa del Lotto.
“L’attribuzione ci convince per qualità della resa e somiglianza dello stile” spiega la curatrice Daffra, che individua nelle dimensioni particolari, nella finezza delle profilature e dell’intarsio, nell’aspetto vellutato delle superfici, nell’eccezionale convergenza tra l’operato del pittore e del legnaiolo la cifra del “classico esemplare di marketing”, presentato da Lotto nel 1523 ai committenti come modello per la successiva realizzazione del ciclo ligneo ad opera dell’intarsiatore Giovan Francesco Capoferri.

Sulla parete opposta, due tele di collezione privata, “San Pietro che piange” e “Giuda che restituisce i trenta denari”, decisamente lottesche per taglio narrativo e regia luminosa. Le loro condizioni di conservazione non consentono ad oggi un’attribuzione di assoluta certezza ma sollevano quesiti di sicuro interesse: da dove vengono? dove stavano? sono un dittico? se non è Lotto, è sicuramente qualcuno della sua cerchia, ma chi?

Nella terza sala la grande pala dell’“Assunzione di Maria” , che dal 1953 non lasciava la chiesa di Celana, accoglie il visitatore in un trionfo di luce e di vivace scenografia, nel contesto di altri capolavori come “Le nozze mistiche di Santa Caterina”, una tela proveniente da Palazzo Barberini a Roma ricca di invenzioni iconografiche e preziosismi alchemici, con rimandi alle tarsie di Santa Maria Maggiore.

In dialogo con la pittura degli artisti coevi, sono quindici le opere di Lotto in mostra (di cui le due di San Pietro e di Giuda con asterisco) tra oli su tela e su tavola, inchiostri su carta e la tarsia lignea di nuova attribuzione. Ma la Carrara è solo il punto di partenza per un percorso di riscoperta che, passando per il museo Bernareggi, conduce tra le grandi pale delle chiese cittadine (San Bernardino, Santo Spirito, San Bartolomeo) fino in Santa Maria Maggiore, per ritrovare il Coro intarsiato di cui una parte è stata appena restaurata dalla bottega Gritti.

Per prenotazioni di visite guidate alle chiese e al Museo Bernareggi: 035248772, info@fondazionebernareggi.it ; per visite guidate al Coro di Lotto e Capoferri: 035211355, info@fondazionemia.it
Opere di Lotto sono conservate anche nelle chiese di San Michele al Pozzo Bianco e Sant’Alessandro in Colonna, visitabili in autonomia negli orari di apertura e compatibilmente con le funzioni religiose. Sono previste inoltre visite guidate e percorsi con laboratorio per le scuole a cura dei servizi educativi dell’Accademia Carrara. Per info servizieducativi@lacarrara.it e www.ll8.it

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