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Beppe facchetti

“Brusco stop all’attività di governo, presto la legge elettorale e subito al voto”

Beppe Facchetti, già parlamentare e vice presidente di Confindustria Intellect, traccia un'analisi della situazione politica nel corse della crisi di Governo.

Premette: “Manca il dato del comportamento del Partito Democratico che proprio nel pomeriggio di mercoledì vedrà riunita la sua direzione”. Fatto questo preambolo, Beppe Facchetti, già parlamentare e oggi vice presidente di Confindustria Intellect, afferma: “L’esito del referendum ha aperto una crisi che interrompe bruscamente un’attività di Governo che era la più dinamica in questo Paese”.

Beppe Facchetti

Renzi bocciato sulla riforma costituzionale e promosso per il Governo?
“Renzi ha dato contenuto all’attività di Governo nonostante la difficoltà di tirarsi dietro un partito non coeso. Che piaccia o non piaccia, non si può dire che il Governo Renzi sia stato fermo. Anzi è stato ricco di iniziative, di azioni a 360 gradi. Penso alla riforma delle banche popolari, delle casse rurali: temi che erano tabù. Nessun governo aveva mai avuto il coraggio di affrontare e che oggi quelle riforme sono bloccate da ricorsi al Consiglio di Stato. Renzi ha dato prova di toccare scomodi e che non erano nella sua agenda”.

Ce ne elenca qualcuno?
“L’art 18 lo ha sbloccato Renzi, ed erano vent’anni che ne parlava. Le unioni civili, la riforma della scuola, la riforma delle banche popolari temi che sono entrati nella sua agenda e che ha affrontato, quando l’incarico che aveva avuto era affrontare la riforma della Costituzione e della legge elettorale”.

Ora che succede?
“Per ora assistiamo ad un brusco rallentamento dell’attività di governo. Quale sia la discussione, nel migliore delle ipotesi ci troveremo certamente un rallentamento della macchina legislativa. Non so per quanto: quattro, otto o 14 mesi”.

Ci potrebbe essere un Renzi Bis?
“Lo escludo. Dopo l’esito del referendum ci troveremo un governo messo sotto attacco, verrebbe logorato e questo non farebbe bene al Paese”.

Meglio un governo istituzionale?
“Istituzionale è un termine equivocabile”.

Un governo tecnico?
“Tecnico è un termine che si presta a ricordi non proprio felici del precedente esperimento”.

Quindi?
“Serve un governo che affronti il tema della legge elettorale. Una legge che mi auspico vada bene per i prossimi 30 anni e non sia come quelle prodotte negli ultimi due decenni che ci hanno portato a questo sfacelo istituzionale”.

E una volta varata la legge elettorale?
“Si vada alle urne. A marzo o ad aprile. Serve una legge scritta bene, chiara. E una campagna elettorale breve, non certo lunga ed estenuante come quella referendaria”.

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