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Il doppio ex

Alessio Tacchinardi lancia l’Atalanta: “In casa della Juve è la tua Champions”

Centrocampista di grande qualità e quantità, Tacchinardi ci ha raccontato cosa si aspetta dal big-match dello Stadium: "Vorrei che fosse una partita all'inglese, Gasperini deve andare a prendere i bianconeri uno a uno"

“L’Atalanta? Allo Stadium deve andare in campo come sa fare e affrontare questa sfida come se fosse una partita di Champions… senza porsi troppi problemi sul risultato. Ecco, si parla tanto di Europa e io la vedo così: pensi l’Atalanta che questa è già una partita di Champions League e se la giochi, fino alla fine”.

Così parla Alessio Tacchinardi, grande ex della sfida di sabato 3 dicembre allo Juventus Stadium. Uno che con la maglia bianconera ha conquistato cinque scudetti e vent’anni fa anche una Champions League oltre che un’Intercontinentale, nella Juve ha collezionato in undici anni la bellezza di 261 presenze in campionato e 90 nelle coppe. Ma, prima di arrivare a Torino, Alessio è cresciuto a Zingonia, là dove nascono e fioriscono tanti talenti.

Chiedergli come giudica questa Atalanta è quasi superfluo: “Intanto mi fa piacere vederla là in alto”, precisa “e poi conosco bene la famiglia Percassi e so quanti sacrifici economici sta facendo anche perché ho avuto la fortuna di lavorare con loro e… come ogni tanto ricordo a chi me lo chiede, li apprezzo perché sono tanta sostanza e poco cinema. E quindi sono contento di vedere l’Atalanta così in alto perché è una società forte e perché non me l’aspettavo, però ha un allenatore di valore e le sue qualità le stiamo vedendo”.

Non è un caso allora, se batti il Napoli e poi l’Inter, la Roma… “Quando riparti non è mai facile. Reja aveva un’altra metodologia, diversa. Chiaro che bisognava dare tempo e in Italia purtroppo questo non sempre è possibile, però se lavori bene i risultati arrivano”.

Si parla spesso dell’Atalanta di Vavassori, ma questa Atalanta ha qualche parallelo anche con quella in cui giocava Tacchinardi, con talenti come Morfeo, Locatelli, Foglio? “E’ un cordone ombelicale, quello di un settore giovanile forte, in cui crescono ragazzi molto interessanti. L’Atalanta ha sempre lavorato bene, per costruire un buon settore giovanile ci vuole tanto dispendio di soldi e tempo. Io ci sono stato nell’Atalanta e posso dire che quando passi alla Juve non subisci lo scotto… quando sei stato in un settore giovanile come quello dell’Atalanta che prima pensa all’uomo e poi al giocatore, a quel punto puoi fare il salto in una grande squadra. Perché l’Atalanta fa crescere giocatori solidi”.

E dei ragazzi nerazzurri attuali chi l’ha impressionato di più? “Un nome su tutti, dico Kessie. Giocatore particolare, uno che si prende la responsabilità di battere un rigore e non sei sul 3-0… alla sua età vuol dire tanta personalità e oggi se vuoi emergere a livelli alti devi avere personalità e tanti… cilindri nel motore, nelle gambe. Già a Cesena lo vedevo fortissimo, ma questo è un ragazzo che ha margini di miglioramento ancora forti”.

E tra l’altro piace molto proprio alla Juve…”Non so se sia già pronto per la Juve ma ha una forza fisica straripante, deve migliorare sul piano tecnico ma sta crescendo molto”.

Juventus-Atalanta in tempi normali sarebbe una sfida impossibile. Ora, con questa classifica, è più… possibile? “Certo l’Atalanta troverò la Juve nella situazione peggiore: una squadra ferita, che in settimana però si è rimessa energia nelle gambe perché ha potuto allenarsi regolarmente senza impegni di coppa, quindi è la peggior Juve che l’Atalanta potrebbe trovare, una squadra criticata, che vorrà dimostrare di essere di nuovo la Juve rullo compressore che conosciamo. E spero che l’Atalanta tenga botta, io non so se il risultato sarà positivo, ma vorrei soprattutto che l’Atalanta reggesse l’urto. Magari puoi fare anche il colpaccio, la Juve è in un momento delicato e c’è grande attesa, ma quel che conta è che l’Atalanta possa uscire dallo Stadium convinta di essersela giocata bene”.

Non è la Juve migliore… “Infatti, è una squadra in difficoltà e tante partite le ha vinte in maniera tirata. Io mi auguro che questa sia una sfida da campionato inglese, che Gasperini vada a… prenderli uno a uno”.

Consigli per il Gasp? “Lo saluto e gli faccio i complimenti, conosco come lavora: lui allenava la Primavera della Juve quando io ancora giocavo. Non ho consigli ma mi auguro che l’Atalanta possa giocarsi una partita senza rimpianti e che il suo allenatore possa godersi lo Stadium in ogni aspetto, capire com’è bello giocare per stare in alto, non perché devi salvarti. E quindi andare in campo e affrontare la Juve come se fosse una partita di Champions, più che una partita di campionato, giocando a viso aperto, con grande rispetto e umiltà. E sentire questa pressione particolare, che quelli che lottano per salvarsi non hanno mai sentito, ma mi auguro che i giocatori dell’Atalanta sappiano reggere anche questa emozione”.

Tacchinardi pronto a riprendersi il microfono come opinionista a Mediaset? “Per ora sì ma… io sono un allenatore e chissà che dopo dieci anni trascorsi a Bergamo da giocatore, non possa prima o poi tornarci”.

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