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Verso il voto

Capelli, Ncd Area Popolare: “Voto Sì per un Parlamento più snello”

Angelo Capelli, consigliere regionale per Nuovo Centro Destra Area Popolare, spiega le due ragioni per il Sì al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre 2016.

Angelo Capelli, consigliere regionale per Nuovo Centro Destra Area Popolare, spiega le due ragioni per il Sì al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre 2016.

“Il primo motivo per votare Sì è politico e riguarda le forze che hanno lavorato al testo della Riforma e su tutte Forza Italia che, con la rottura del Patto del Nazareno -per la mancata elezione del Presidente della Repubblica di suo gradimento-, si è rimangiata il lavoro fatto. Ora comprendo che Fi dica No per la violazione di un accordo politico ma non capisco come possa rinnegare i contenuti che lei stessa ha elaborato e scritto – afferma Angelo Capelli -. A controprova leggi le dichiarazioni di voto della seduta del Senato (8 agosto 2014, n. 303 della XVII legislatura) durante la quale la Riforma è stata approvata in prima lettura. Troverai degli interventi sorprendenti. Come quello di Paolo Romani che ti propongo: “Finalmente anche in Italia, in un clima di legittimazione reciproca, che fu propria anche di quell’Assemblea costituente che elaborò la Costituzione che oggi andiamo ad aggiornare, è possibile lavorare sulle riforme assieme e in maniera condivisa, senza vincoli di schieramento…”.

“Abbiamo finalmente superato il bicameralismo, delineando un assetto parlamentare e un procedimento legislativo più snello, con una netta distinzione di ruoli e funzioni fra le due Camere. Il Senato risponderà a quel ruolo di rappresentanza delle istituzioni e delle autonomie locali, di radicamento del Parlamento nazionale sul territorio italiano. La Camera dei deputati potrà essere più rapida ed efficiente nel legiferare in un mondo sempre in evoluzione e sempre più veloce. Abbiamo finalmente corretto le storture di un Titolo V pasticciato… Abbiamo redistribuito in maniera chiara e distinta, senza più sovrapposizioni e aree grigie, le funzioni attribuite fra Stato e Regioni… Oggi il Senato dimostra di non essere una casta arroccata a difesa dei propri interessi, ma un corpo di legislatori all’altezza del privilegio di rappresentare la nostra Nazione… Stiamo indicando una strada attraverso cui riusciremo davvero a rendere la democrazia italiana più matura, più efficiente, più europea. Noi di Forza Italia ci saremo…”. Il patto del Nazareno era saldo e la Riforma che andiamo a votare venne approvata quel giorno con 183 voti a favore, nessuno contrario e 4 astenuti. Lega (fatta eccezione per Calderoli che intervenne per difendere il suo apporto) e Gal lasciarono l’Aula per non votare (vedi Il Foglio, 24 ottobre 2016)”.

“Il secondo spunto interessante è di tipo “tecnico” – conclude Capelli -. Chi sostiene il No dice che la Riforma è centralista, per via della clausola cosiddetta di supremazia, nonché succube dei “poteri forti” perché introduce l’obbligo di recepimento della normativa europea e dei trattati internazionali. Sei sicuro che oggi è diverso? Ti invito a leggete il secondo comma dell’art. 120 del testo costituzionale in vigore, introdotto con la riforma del Titolo V del 2001. È molto breve ma preferisco lasciare a te il gusto della scoperta, perché è molto istruttivo”.

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