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La presentazione

Atalanta, dimentica in fretta l’Inter: a Pescara occhio ai cali di tensione

Con ancora negli occhi (speriamo meno nelle gambe) la grande partita disputata domenica contro l’Inter ed a soli 3 giorni di distanza, l’Atalanta scende in Abruzzo per affrontare il Pescara

Con ancora negli occhi (speriamo meno nelle gambe) la grande partita disputata domenica contro l’Inter ed a soli 3 giorni di distanza, l’Atalanta scende in Abruzzo per affrontare il Pescara.

Contrariamente a quanto si possa pensare, la gara di mercoledì è forse più pericolosa di quella di domenica scorsa. Mentre infatti da sempre l’Atalanta è solita affrontare le grandi squadre con piglio battagliero e spirito da provinciale, sfoderando grandi partite ma con l’animo sereno del poter dire, in caso di sconfitta, “non sono queste le partite da vincere”, giocare contro squadre più modeste e alla pari (o addirittura inferiori) può creare ansia da prestazione e da risultato.

A maggior ragione se questa gara viene dopo una vinta in maniera importante contro una grande (o pseudo tale). Potrebbe essere quindi molto pericoloso affrontare il match dopo aver giocato alla pari con Napoli, Fiorentina ed Inter e sottovalutando i prossimi avversari. Ben sta facendo quindi il mister a chiedere la massima concentrazione: vincere questa partita potrebbe proiettare la squadra verso traguardi importanti.

Non si sottovalutino quindi gli avversari, ma non si faccia neppure del Pescara uno spauracchio. La squadra adriatica occupa il 17° posto in classifica con 7 punti, che però in realtà sarebbero solo 4 (con conseguente penultimo posto) visto che 3 di quei punti sono stati guadagnati a tavolino per la gara con il Sassuolo (persa però sul campo). Ergo, il Pescara di fatto non ha mai vinto una partita, ne ha pareggiate 4 e perse 4 (+1).

Gli uomini di Oddo, neo promossi nella massima serie, rappresentano in effetti una delle più serie candidate alla retrocessione, nonostante la società abruzzese abbia cercato di mantenere l’ossatura dello scorso anno (Lapadula a parte) con l’innesto di alcuni giocatori di fama come Aquilani e Pepe. Finora però i risultati non sono stati quelli sperati, nonostante il Pescara giochi un buon calcio.

Il Pescara non batte l’Atalanta in Serie A dal lontano 1992, complici anche i tanti anni d’assenza nella massima serie: in quell’occasione la vittoria fu per 2-0 con reti di Dunga e Palladini (per la cronaca quell’anno il Pescara retrocesse in serie B con soli 17 punti). In ordine di tempo invece l’ultimo precedente risale alla stagione 2012/2013 quando le squadre si divisero la posta e la gara terminò a reti bianche.

La Dea non ha mai battuto il Pescara in trasferta in serie A: infatti nei 4 precedenti disputati all’Adriatico, vi sono stati 3 pareggi (ricordiamo l’ 1 a 1 del 1988/89 con reti di Junior e Prytz) e 1 vittoria biancazzurra (quella appunto già menzionata precedentemente). La differenza nel conteggio reti la fa proprio quella vittoria, con 3 reti pescaresi contro l’unico gol messo a segno dagli orobici. Il bilancio complessivo invece, prendendo in considerazione dunque anche le gare giocate a Bergamo, vede però l’Atalanta avere la meglio: 8 precedenti totali, con 4 pareggi, 3 vittorie bergamasche e 1 sola pescarese.

Un importante precedente si giocò invece in serie B sul neutro di Bologna nella stagione 76/77. Era la terza gara degli spareggi a 3 squadre per stabilire le 2 che avrebbero seguito il Vicenza in serie A. Nella prima partita Cagliari e Pescara pareggiarono 0 a 0, nella seconda l’Atalanta vinse contro il Cagliari a Genova nell’indimenticabile 2 a 1 conquistando la promozione, mentre nella terza al Pescara bastò un pareggio per 0 a 0 con la Dea per assicurarsi la prima storica promozione in serie A a scapito del Cagliari. L’anno successivo, nel primo scontro diretto nella massima serie, le due squadre pareggiarono all’Adriatico per 0 a 0.

Mister Oddo ritrova a disposizione Muric e Manaj, ma non Verre. Arruolabile Coda scontata la squalifica, ai box invece Vitturini, Bahebeck e Gyomber. L’undici di partenza potrebbe essere questo: Bizzarri, Zampano, Campagnaro, Fornasier, Biraghi, Aquilani, Cristante, Memushaj, Brugman, Benali, Caprari.

Gasperini sembra intenzionato a fare un po’ di turn over rispetto alla formazione che ben ha fatto domenica. Dovrà certamente fare a meno di Toloi che, infortunato, resterà presumibilmente fuori per le prossime 3 gare. Quindi in difesa Konko dal 1′, mentre un affaticato Kurtic potrebbe anche rischiare di partire dalla panchina. Durante la gara, certi alcuni ulteriori avvicendamenti anche in vista della partita col Genoa. Ecco la formazione iniziale: Berisha, Konko, Masiello, Caldara, Conti, Grassi, Kessie’, Freuler, Drame’, Pinilla, Gomez.

Come la scorsa domenica, l’unico ex della gara è Gasperini che però è stato tale non da tecnico ma da giocatore, avendo militato tra i bianco azzurri dal 1985 al 1990 con 160 presenze e 21 gol. In realtà Gasperini non potrà essere in panchina in quanto squalificato per una giornata a causa di alcune frasi rivolte all’arbitro Doveri domenica e sarà sostituito dal suo secondo Tullio Gritti.

Arbitro della gara sarà il napoletano Marco Guida della sezione di Torre Annunziata, esperto fischietto che dirige la massima serie dal 2010 e ha collezionato 94 presenze (3 in questa stagione). Negli ultimi due campionati Guida ha diretto 5 volte la Dea e il bilancio è nettamente negativo con 1 vittoria e ben 4 sconfitte. Tocchiamo ferro.

Il Presidente Percassi continua giustamente a ripetere di stare con i piedi per terra e che l’obiettivo stagionale resta la salvezza. Ma visto che sognare costa poco e fa felici i tifosi, perché non farlo?

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