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Il caso

Parcheggio ex Faunistico, 5 Stelle e MicroMega: “Pronti a ricorrere alla Corte dei Conti”

A schierarsi contro l'approvazione della delibera, che verrà discussa lunedì 10 ottobre prima del Consiglio comunale, sono i consiglieri grillini Marcello Zenoni e Fabio Gregorelli; e i referenti di MicroMega Bergamo: gli avvocati Rocco Gargano e Roberto Trussardi

“Se la delibera dovesse passare, valuteremo un esposto alla Corte dei Conti”. Il riferimento è alla delibera d’approvazione del nuovo progetto esecutivo per il parcheggio interrato all’ex parco faunistico di via Fara, che verrà discussa lunedì 10 ottobre prima del Consiglio comunale. A schierarsi contro l’approvazione del decreto sono i consiglieri del Movimento 5 Stelle Marcello Zenoni e Fabio Gregorelli; e i referenti dell’associazione MicroMega Bergamo: gli avvocati Rocco Gargano e Roberto Trussardi.

Il progetto, atteso per 12 anni e passato attraverso quattro amministrazioni – da Veneziani a Gori, passando per Bruni e Tentorio – sembra essere finalmente arrivato a compimento. A quasi 8 anni di distanza dalla frana che nel dicembre 2008 causò l’interruzione dei lavori, la Giunta ha messo la firma su un atto transativo che di fatto cambierà la mobilità di Città Alta.

A cambiare sono anche i contenuti della convenzione, radicalmente modificati rispetto al primo atto del 2004, poi rivisto nel 2007: su circa 470 posti auto, 395 saranno posti a rotazione oraria, 64 posti riservati a privati e 10 per i disabili. Lungo le mura i circa 220 posti auto, oggi a pagamento, verrebbero assegnati ai residenti, così come la quarantina in piazza Mercato del Fieno: i posti a rotazione aumenterebbero quindi di circa 135 unità rispetto alla situazione esistente e sarebbero a pagamento 24 ore su 24, 7 giorni su 7, mentre allo stato attuale la sosta in città alta si paga tutti i giorni dalle 9 alle 19. Ad aumentare sarebbe anche la tariffa oraria: da 1,80 euro a un massimo di 2,80 euro all’ora. L’obiettivo della giunta Gori è quello di far confluire nel nuovo parcheggio tutti i posti blu di Città Alta – che svaniranno sia dalle Mura sia da piazza Mercato del Fieno – dove diventeranno gialli e quindi riservati ai residenti.

“Cosa è rimasto di quella vecchia procedura di gara?”, si chiedono all’opposizione.

I lavori se li era aggiudicati nel 2003 la società Bergamo Parcheggi (attualmente composta al 77% da Parcheggi Italia e al 23% da Atb) e secondo i piani sarebbero dovuti terminare entro 22 mesi.

“Ci troviamo di fronte ad una società del tutto inadempiente, che non ha rispettato le scadenze e che è responsabile dello smottamento che ha bloccato i lavori”.
Inoltre “tutti gli aspetti fondanti di quella gara pubblica sono praticamente cambiati. Per queste ragioni la convenzione andrebbe risolta, e una volta risolta andrebbero rivisti i presupposti di gara”.

Ma le perplessità sollevate da Micromega e dai consiglieri grillini non finiscono qui: “Il parcheggio sarebbe dovuto costare all’incirca 8 milioni. Ora il costo è lievitato a 18 milioni e 412mila euro, che non sono nemmeno a carico di chi costruisce, visto che la società concessionaria incassa i soldi dal pagamento della sosta in Città Alta”.

Facendo un ulteriore passo indietro, il 4 novembre 2015 il Comune aveva mandato un ultimatum alla società, diffidandola a riprendere i lavori alle condizioni iniziali. Tutti gli extracosti legati alle modifiche del progetto per garantirne la sicurezza sarebbero stati a carico della società, che avrebbe dovuto provvedere alla rimozione del materiale che era stato depositato per contenere la frana oltre al pagamento delle penali previste dallo stesso accordo.

“La società si era opposta a quelle condizioni e aveva chiesto ulteriori soldi. Ora, il Comune, attraverso questo atto di transazione, è disposto ad accogliere tutte le richieste. Perché questo dietrofront?” si chiedono M5S e Micromega.
Che aggiungono: “In caso di nuovo ritardo, la penale sarà calcolata in base al costo dell’opera quando questa costava meno. Il tutto a favore della società costruttrice. Dov’è l’interesse del Comune e dei cittadini?”.

A essere contestati, infine, sono i tempi di convocazione della Commissione. A tal proposito i consiglieri parlano di “dibattito democratico strozzato”: “Dopo 12 anni di attesa ci aspettavamo più tempo per discuterne. È decisamente strano che la Commissione si riunisca un’ora prima del Consiglio per affrontare un argomento tanto complicato e che meriterebbe ben più di un approfondimento”.

Se la delibera dovesse passare: “Non escludiamo di ricorrere alla Corte dei Conti per una verifica degli eventuali danni erariali”.

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