• Abbonati
Appunti &virgole

Finalmente una grande Atalanta: chi avrebbe scommesso sul Napoli ko?

Vittoria contro la corazzata campana e a Bergamo torna il sereno. Ora, però, servirebbe che anche Gasperini chiudesse la contesa iniziata con la stampa...

Vedi il Napoli e poi…scopri l’Atalanta: la più bella Atalanta della stagione, quella che non ti aspetti, quella che forse nessunoCol Napoli avrebbe immaginato. A parte Gasperini, che sicuramente credeva nella propria squadra, “nella vittoria ci speravo”. E, diciamo la verità, ha giocato un po’ al rischiatutto mandando in campo praticamente una Under 21, una formazione inedita, con due quasi esordienti in A (Caldara una presenza in nerazzurro, Gagliardini alla terza presenza) e lo stesso Petagna, a cui l’allenatore ha affidato le chiavi dell’attacco, non è un veterano, alla nona partita in A. E poi Conti, altro prodotto del vivaio di Zingonia.

Ma a parte i singoli, ha stupito la prova d’orchestra, di tutta la squadra: straordinaria per intensità, aggressività, concentrazione dal primo al novantacinquesimo minuto.

Tutto quello che non ha fatto il Napoli, un po’ presuntuoso, un po’ con la testa ancora ai fuochi d’artificio della Champions. Una squadra molle, quella di Sarri, che ha fatto più accademia che sostanza, probabilmente giocando con l’idea: tanto prima o poi a questi il gol glielo facciamo. E invece…

E invece abbiamo visto una grande Atalanta e per la prima volta il Napoli è stato sconfitto in questo campionato. L’Atalanta targata Petagna, l’ariete che doveva essere la terza scelta tra le punte, eppure alla seconda partita da titolare, come contro il Crotone alla prima occasione mette la palla in rete. Da lì in poi l’Atalanta si è conquistata i tre punti sfiorando il gol ancora con Petagna, Gomez, di nuovo con Petagna. Anche Dramè, che ha colpito la traversa nel primo tempo. Poi con Grassi, che nella ripresa è andato vicino al gol dell’ex con un contropiede solitario.

Ma solo una grande prova di squadra poteva avere ragione di un Napoli in lotta per lo scudetto, che per la verità fuori casa aveva lasciato qualche perplessità, pareggiando a Pescara e poi sul campo del Genoa. Però, dite la verità: dopo aver visto il Napoli scherzare col Benfica in Champions, chi avrebbe scommesso su una vittoria dei nerazzurri?

E’ la vittoria dell’Atalanta operaia, quella che con tanta umiltà, ha commentato Sarrialla fine, “è venuta a prenderci uomo contro uomo, con un’aggressività che noi non siamo mai riusciti ad avere”. Eppure mancava Kessiè, l’uomo copertina, quattro gol in sei partite, squalificato. E, per scelta tecnica, erano fuori Paloschi, D’Alessandro, Carmona, non pervenuto Pinilla, non convocato Stendardo. Una rivoluzione.

Gasperini ha cambiato mezza squadra rispetto alla partita persa col Palermo. Dopo una prova tutt’altro che buona. Infatti contro il Napoli si è vista tutt’altra Atalanta e non solo per le novità Caldara, Conti, Gagliardini, Kurtic e Petagna.

L’Atalanta ha cominciato a vincere dal suo numero uno, che ha chiuso la porta dei nerazzurri, per la prima volta alla settima giornata senza incassare gol. Bravo Berisha, un signor portiere. Ma davanti a lui non ha mai perso la testa Caldara, per la prima volta al centro della difesa ben assistito da Masiello e Toloi. Felice scoperta anche quel Freuler regista in un centrocampo dove Gagliardini non si è certo fatto prendere dall’emozione di fronte a giocatori come Hamsik o Jorginho. O Zielinsky, che nella prima parte della partita aveva provato a svegliare i partenopei mettendo lo scompiglio nella difesa nerazzurra.

Certo questa Atalanta balzata a nove punti con le ultime due vittorie deve anche ringraziare il suo capitano, Alejandro Gomez. Un incubo per i difensori del Napoli, che non sapevano più da che parte fermare il Papu.

Due considerazioni per finire. Questa è la rivincita di Gasperini, che sicuramente dà un calcio alle tensioni del dopo-Palermo e dopo-Crotone. Ha fatto scelte impreviste e anche se vogliamo rischiose, ha lasciato anche in panchina Paloschi mandando in campo negli ultimi venti minuti Pesic. Ha vinto lui e tanto di cappello. Ma qualche attrito con qualche giornalista (un po’ a muso duro) potrebbe anche risparmiarselo, almeno in pubblico.

Dall’altra parte Sarri si è lamentato del terreno di gioco, facendo capire che la sua squadra si è trovata a disagio. Non è la prima volta che un allenatore a Bergamo fa queste esternazioni e… se questo è il fattore campo e serve per vincere, tanto meglio. Poi, se sarà il caso, ci penseranno i giardinieri.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI