Gianfelice e Paolo Rocca, proprietari di Tenaris Dalmine (e non solo) sarebbero indagati dalla procura di Milano per l’ipotesi di corruzione internazionale in Brasile. Il Corriere della Sera dà la notizia sottolineando che è emersa per via della proroga dei termini per le indagini chiesta dai pm Donata Costa, Fabio De Pasquale e Isidoro Palma, i quali a luglio hanno disposto la perquisizione della cassaforte lussemburghese San Faustin attraverso cui la famiglia Rocca controlla la multinazionale delle infrastrutture Techint, il gruppo leader nei tubi in acciaio Tenaris e l’ospedale Humanitas.
La vicenda riguarderebbe contratti che la Techint, del presidente di Assolombarda, ha ricevuto dal gruppo petrolifero brasiliano Petrobras.
Alla base dell’inchiesta due persone coinvolte nella inchiesta brasiliana “Mani pulite” sui presunte fondi neri versati da Petrobras a politici di governo e opposizione – tra cui l’ex presidente Lula Da Silva – e sulle presunte mazzette di imprese di ingegneria e costruzione alla stessa Petrobras per aggiudicarsi appalti. Sono João Antônio Bernardi Filho, ex rappresentante di Saipem in Brasile, e Jorge Luiz Zelada, ex capo area internazionale di Petrobras, i quali hanno parlato di tangenti per 9,5 milioni di dollari pagate al direttore area servizi di Petrobras Renato Duque (arrestato nel 2014) per “propiziare” l’aggiudicazione a Confab, società di Techint, di forniture di tubi per oleodotti. Il denaro, sempre stando a quanto raccontato dai due indagati sudamericani, è stato veicolato a Duque attraverso offshore alimentate da società della galassia Techint.
La San Faustin ha commentato attraverso il segretario argentino del board Fernando Mantilla sostenendo che “non è a conoscenza di alcun illecito nelle proprie operazioni” e “un audit interno non ha evidenziato alcuna irregolarità nell’operato”.
© Riproduzione riservata
commenta