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Il sondaggio

Il 2017 anno del turismo sostenibile: indagine Confai sull’ospitalità rurale a Bergamo

A seguito della proclamazione da parte dell’ONU del 2017 quale Anno Internazionale del turismo sostenibile, Confai Bergamo ha varato un’iniziativa di studio finalizzata a far luce sulle prospettive del turismo rurale in Bergamasca.

A seguito della proclamazione da parte dell’ONU del 2017 quale Anno Internazionale del turismo sostenibile, Confai Bergamo ha varato un’iniziativa di studio finalizzata a far luce sulle prospettive del turismo rurale in Bergamasca, quale componente essenziale per una fruizione consapevole delle risorse naturali in chiave ricreativa e culturale.

“L’indagine che abbiamo programmato – rende noto Leonardo Bolis, presidente provinciale e nazionale di Confai – sarà svolta mediante l’intervento dell’Osservatorio economico di Confai Academy e avrà come obiettivo principale quello di tracciare linee guida per valorizzare l’apporto di imprenditori agricoli e agromeccanici in vista di un’ottimizzazione delle opportunità di sviluppo turistico insite nelle aree rurali”.

In base ad un sondaggio preliminare svolto su un campione di aziende bergamasche aderenti a Confai e impegnate nel campo della multifunzionalità agraria, oltre i tre i quarti degli intervistati si sono detti fiduciosi nell’esistenza di ulteriori margini di sviluppo del territorio rurale bergamasco sotto il profilo del turismo verde.

Consultati sugli ingredienti della ricetta da applicare per dare ulteriore impulso al turismo sostenibile in provincia di Bergamo, i partecipanti al survey hanno indicato come componente principale un incremento nella specializzazione degli operatori del turismo rurale, seguito da una maggiore flessibilità delle normative di settore, soprattutto per quel che riguarda i vincoli per il recupero e l’ampliamento di strutture legate all’architettura rurale. Solo al terzo posto la richiesta di maggiori finanziamenti pubblici per l’agriturismo e l’agricoltura multifunzionale.

“Gli spunti emersi in questa fase iniziale di ricerca – fa notare Enzo Cattaneo, direttore di Confai e segretario generale di Confai Academy – vanno nella direzione della professionalizzazione delle differenti figure operanti nell’ambito del turismo rurale. Il dato è senza dubbio interessante. L’agriturismo delle origini era dipinto con orgoglio come un’estensione volutamente casereccia dell’antica ospitalità contadina: in quest’ottica, la tendenza ad una cura eccessiva dell’offerta era vista con sospetto perfino dalle stesse autorità pubbliche deputate alla concessione delle licenze agrituristiche. Oggigiorno, al contrario, un numero crescente di imprenditori agricoli ritiene che sia indispensabile puntare su formazione e specializzazione per garantire un’offerta all’altezza di un pubblico sempre più esigente in termini di qualità dei prodotti e dei servizi, così come di sostenibilità dei processi”.

Il turismo rurale che si profila per il prossimo futuro potrebbe dunque vedere gli imprenditori e i propri collaboratori specializzarsi nella qualità dell’accoglienza, nella didattica rurale di matrice ambientale, nella valorizzazione dei beni culturali e architettonici e nell’uso responsabile delle risorse energetiche. Come correlato di questa concentrazione sul core business turistico, si potrebbe assistere ad un maggiore ricorso da parte degli imprenditori rurali a servizi in conto terzi per la gestione delle normali attività di coltivazione, nel rispetto assoluto dei più avanzati canoni di difesa ambientale.

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