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L'intervista

“Un romanticone che in campo si trasforma: ecco mio fratello, lo Zar Ivan Zaytsev”

A poche ore dalla finale di Rio contro il Basile, la sorella Anna, che vive a Bagnatica, ci svela i segreti dell'uomo simbolo dell'Italia del volley: "Da piccolo lo imboccavo e gli cambiavo i pannolini"

Potrebbe essere il giorno della storia per l’Italia del volley. Dopo la strepitosa vittoria in semifinale contro gli Stati Uniti al tie-break, gli azzurri di Blengini tornano in campo al Maracanazinho (oggi alle 18.15) per giocarsi l’oro olimpico, l’unico grande traguardo che la nostra Nazionale non ha mai raggiunto. Di fronte ci sarà il Brasile, avversario durissimo che sarà spinto dai tifosi di casa. Ma l’Italia, che ha già battuto 3-1 i verdeoro nella fase a gironi, ha dimostrato di avere cuore e carattere.

A trascinare gli azzurri finora è stato lo “Zar” Ivan Zaytsev, 27enne schiacciatore e opposto nella Sir Safety Umbria Volley di 202 centimetri di altezza per 100 chilogrammi di muscoli. I suoi servizi da oltre 100 Km/h e la sua fenomenale prestazione con gli Usa, coronata da tre ace consecutivi, lo hanno consacrato come nuovo paladino italiano. Figlio del pallavolista Vjačeslav Zajcev e della nuotatrice Irina Pozdnyakova, entrambi russi, ha esordito in A1 nel 2004/’05. A fare il tifo per lui anche la sorella Anna, 40anni e un passato da tennista, che vive a Bagnatica e lavora come responsabile di qualità per la Framar di Costa di Mezzate.

L’avevamo già intervistata a poche ore dalla finale europea del 2013 poi persa contro la Russia (LEGGI QUI), l’abbiamo ricontatta sperando in una sorte migliore.

Ivan Zaytsev

Anna, a poche ore finalissima di Rio, quali sono le sensazioni? 

“Sono molto ansiosa. Spero che entrino in campo con tranquillità e se la giochino serenamente. Ma sono anche fiduciosa, il Brasile è forte e gioca in casa, ma noi abbiamo dimostrato di poter battere chiunque. Poi c’è da dire che loro, appunto perchè sono di fronte al pubblico amico, avranno anche una maggiore pressione. Noi, invece, non abbiamo nulla da perdere. In ogni caso, comunque vada, miglioreremo di sicuro il bronzo ottenuto all’ultima olimpiade e questo è già un successo”

Stasera sarete anche voi davanti alla tv per tifare Ivan? 

“Sicuramente, stiamo contando le ore. Tutta la mia famiglia è pronta a sostenerlo. Non vediamo l’ora, le sensazioni sono positive. Comunque sono già contenta così per mio fratello: ha dimostrato di essere un grande giocatore e di non essere inferiore al papà. I numerosi sacrifici che ha fatto da piccolo stanno dando i loro frutti”

Ecco, da piccolo, che tipo di bambino era Ivan?

“Molto vivace e determinato. E’ sempre stato molto testardo nell’ottenere ciò che voleva. Penso che anche nello sport questa dote gli sia stata utile. Ha iniziato a giocare a 7 anni, ma fin da piccolissimo ricordo che in casa si divertiva con la palla insieme al papà”

Invece da grande, fuori dal campo, che ragazzo è? 

“Un vero romanticone, come mi conferma spesso anche sua moglie. E poi è molto umile e allegro. Quando gioca, invece, mi sembra che si trasformi: in campo pare quasi spiritato da quanto è concentrato. Una faccia da duro che non corrisponde a come è nella vita di tutti i giorni”

Com’è il vostro rapporto? Vi incontrate spesso? 

“A causa dei suoi impegni di lavoro ci vediamo poco. Però ci sentiamo a volte, anche attraverso Skype. Il nostro rapporto è ottimo. Io ho 13 anni più di lui, quindi gli ho dato parecchi consigli in gioventù. E quando era piccolo gli cambiavo spesso il pannolino o gli davo la pappa”

Vi siete sentiti anche in questi giorni? 

“No, nessuna telefonata. Da quando è in Brasile non mi ha mai chiamato perchè non vuole nessuna distrazione: pensa solo al campo e a come vincere l’Oro. Mi ha scritto solo alcuni sms per dirmi come sta: nell’ultimo di venerdì l’ho trovato sereno ma allo stesso determinato, con i suoi compagni vuole scrivere la storia”

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