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Agrigento

La truffa delle bevande alcoliche: in manette anche un 43enne di Bergamo

L'indagine ha permesso fittizi depositi fiscali di prodotti alcolici: 45 gli indagati, 16 i provvedimenti di fermo

C’è anche un 43enne di Bergamo tra gli arrestati al termine dell’operazione “Criminal drinks”, guidata dalla Procura della Repubblica di Agrigento ed eseguita dalla Guardia di Finanza di Agrigento con la collaborazione di colleghi di mezza Italia e del personale dell’Ufficio delle Dogane di Porto Empedocle.

L’indagine ha permesso di individuare l’esistenza e l’operatività, in diversi luoghi d’Italia e d’Europa, di un’articolata e complessa organizzazione criminale a carattere transnazionale che istituiva e gestiva fittizi depositi fiscali di prodotti alcolici, per mezzo dei quali veniva simulata la movimentazione di ingenti quantitativi di bevande alcoliche (birra e spiriti), verso tali depositi, dove però in realtà non erano mai giunti materialmente.

La strategia criminale, ha consentito a una pluralità di soggetti esteri, “clienti” dell’organizzazione criminale oggetto di indagine, di beneficiare, economicamente e finanziariamente, dell’apparente trasferimento delle merci in Italia (presso i vari depositi fiscali fittizi).

Sono stati accertati migliaia di falsi trasporti di prodotti alcolici nei depositi fiscali fittizi italiani, che hanno consentito ai “clienti” (depositi fiscali mittenti, dietro ai quali si possono celare le società produttrici di alcolici oppure grandi centri di distribuzione commerciale) dell’organizzazione criminale di determinare le condizioni per la creazione di cospicue “sacche di evasione fiscale” in relazione a prodotti alcolici realmente esistenti che, risultando trasferiti verso i depositi fiscali fittizi, possono essere totalmente rivenduti “in nero” ( ovvero senza accisa; senza Iva, senza Imposte Dirette) nel Paese produttore d’origine e/o in altri Paesi d’Europa.

In Italia, dal punto di vista fiscale, c’erano i rappresentanti legali dei depositi fiscali italiani oggetto d’indagine (verso cui fittiziamente venivano spedite le merci) e il carico di un ingente debito fiscale ( in specie accisa ed Iva) destinato comunque a rimanere insoddisfatto a causa della loro insolvenza (come accade usualmente nel caso delle cosiddette “cartiere”).

Gli indagati sono 45, sparsi in mezza Europa. Ma i provvedimento di fermo, quasi tutti eseguiti, riguardano sedici persone, tra cui T. M., 43 anni, nato a Bergamo ma residente a Campobello di Licata (Agrigento).

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