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Covo e martinengo

Il latte vaccino come il viagra? La Lav ammoscia tutto

“Gli Italiani lo fanno meglio…. se non bevono latte vaccino”: gli allevatori bergamaschi le provano tutte e la mettono impropriamente sulla virilità. A Covo e Martinengo si usa il palazzo del Municipio per scopi commerciali a scapito della salute dei cittadini. La LAV smonta punto per punto i postulati commerciali.

“Gli Italiani lo fanno meglio….se non bevono latte vaccino”: gli allevatori bergamaschi le provano tutte e la mettono impropriamente sulla virilità. A Covo e Martinengo si usa il palazzo del Municipio per scopi commerciali a scapito della salute dei cittadini.

La LAV (Lega Anti Vivisezione) smonta punto per punto i postulati commerciali che fanno bella mostra di sé addirittura sui palazzi dei municipi di Covo e Martinengo, esposti a tutela degli interessi economici di una sola categoria, gli allevatori, e a scapito della salute della comunità intera.

È ormai risaputo e confermato da numerosi studi scientifici che latte vaccino e derivati aumentano occlusioni delle arterie, causando così disfunzione erettile. Gli allevatori e gli amministratori di Covo e Martinengo hanno scelto dunque lo slogan sbagliato per promuovere i prodotti caseari locali che, nella maggior parte dei casi, derivano da allevamenti intensivi dove gli animali vivono in condizioni precarie di igiene (vedi recente servizio di Report) e di fortissimo stress.

“Il vero problema del latte (come di qualsiasi alimento di origine animale) sono le proteine – commenta Paolo Bianchini, biologo nutrizionista, intervistato per l’occasione da LAV – le proteine di origine animale sono infatti ricche di aminoacidi solforati che producono un’acidosi metabolica secondaria, che induce il corpo a fronteggiarla ricorrendo alle riserve di minerali basici (Ca e Mg) depositati nelle ossa. Da cui si ricava che il latte smonta le ossa, cioè favorisce l’osteoporosi. Inoltre il latte contiene grassi saturi che aumentano il rischio cardio-vascolare e dei tumori, in particolare di mammella e intestino. Conclusioni che appaiono persino ovvie, se si pensa che non esiste altro mammifero che beva il latte dopo lo svezzamento, per di più di un’altra specie così diversa com’è il bovino rispetto a homo sapiens” – conclude lo specialista.

Vogliamo parlare dei sottotitoli? L’allevamento intensivo è tra le maggiori cause d’aumento della temperatura terrestre; nel dossier “Cambiamento climatico e allevamenti intensivi” di LAV si legge che negli ultimi 50 anni la temperatura media terrestre è aumentata di quasi 1 °C e da diversi anni nel mondo scientifico si registra un vasto consenso sul fatto che questo aumento deriva dalle attività umane.

Studi condotti dalla FAO (Food and Agricolture Organization) hanno consentito di stabilire che oltre il 51% dei gas serra, denominati Green House Gases (GHG), soprattutto metano, anidride carbonica e protossido d’azoto che, appunto, sono causa del riscaldamento globale, derivano proprio dalla lunga filiera della produzione di prodotti di origina animale.

L’economia del territorio citata negli stessi manifesti è quindi un’economia miope, che trascura l’ambiente in cui viviamo e che mostra i risvolti negativi sul lungo termine.

“È incredibile come gli interessi economici di una sola categoria possano avere il sopravvento su considerazioni di carattere globale e di interesse di tutta la comunità di cui oggi non è possibile ignorare l’esistenza – commenta il responsabile di LAV Bergamo – Ci auguriamo che le amministrazioni di Covo e Martinengo e di altri comuni che avessero emulato l’iniziativa, di buon senso, rimuovano questi messaggi dalle pareti dei rispettivi municipi che, fino a prova contraria, rappresentano un ente che dovrebbe tutelare l’intera comunità e l’ambiente in cui essa vive”.

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