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Dopo il voto

Renzi sconfitto a Roma e Torino cambierà atteggiamento sulle riforme?

Il presidente del Consiglio dovrà rivedere toni, modi e strategie dopo la sonora sconfitta. Soprattutto quella sulle riforme elettorali e costituzionali.

Una fetta d’Italia, quella di due capitali, Roma e Torino, ha mandato un Ciaone al premier Renzi, a quella parte del Pd in cui prevale l’appiattimento sul capo, e ai giornali ultra schierati, con La Repubblica di Calabresi in testa che, soprattutto sul finire della campagna, ha tentato il tutto per tutto contro la candidata grillina Raggi.

Il premier e il suo entourage si consolano con un’altra capitale, Milano, dove Sala, peraltro partito con un bel vantaggio legato all’Expo, ce l’ha fatta per un soffio.

Abbastanza evidente che, laddove il centrodestra è fuori dai ballottaggi, i suoi elettori scelgono i 5 Stelle, favore non ricambiato dai pentastellati quando sono loro esclusi dal secondo turno.

Una sconfitta chiara e netta per il partito di governo – che l’ha ammessa a caldo – e per il presidente del Consiglio che pure ha tentato di non attribuire alle amministrative un significato politico più ampio dei singoli campanili. Una sconfitta che è riduttivo ascrivere a mera protesta.

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