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L'analisi

I 5 Stelle delle donne vincono a Roma e Torino: il Pd con le ossa rotte regge solo a Milano

Sono Matteo Renzi e Matteo Salvini i due grandi sconfitti di questa tornata elettorale: nelle grandi città il Partito Democratico regge solo a Milano con Beppe Sala mentre non c’è traccia della Lega Nord.
A trionfare è senza dubbio il Movimento 5 Stelle che si prende di forza la Capitale e ribalta a sorpresa il Pd di Piero Fassino a Torino: un’impresa tutta a tinte rosa con Virginia Raggi, primo sindaco donna di Roma, e Chiara Appendino che hanno trovato il sostegno del centrodestra, decisivo soprattutto all’ombra della Mole.
Risultato scontato a Napoli dove Forza Italia, guidata da Lettieri, non è mai stata in corsa contro l’uscente Luigi De Magistris che ha chiuso con oltre il 66% delle preferenze.
Se qui, come a Roma e Torino, i risultati sono apparsi chiari già dagli exit poll, lo stesso non si può dire a Milano dove il testa a testa è stato davvero serrato tra l’ex commissario unico di Expo Beppe Sala e Stefano Parisi: alla fine il candidato piddino l’ha spuntata con il 51,7% contro il 48,3% ma la fascia tricolore del capoluogo lombardo ha preso una direzione netta solo verso la fine dello spoglio. Parisi paga probabilmente la scelta di non aver voluto annunciare la propria Giunta, così come il mancato appoggio del Movimento 5 Stelle: sulla figura di Sala, però, non tutto il centrosinistra è ancora completamente convinto. E’ convinto invece Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, che ha appoggiato la sua candidatura già dalle primarie: la sintonia tra i due potrebbe dare una spinta decisiva alla fusione Sea-Sacbo per creare un’unica società di gestione degli aeroporti lombardi.
Capitolo a parte merita Virginia Raggi: la candidata del Movimento 5 Stelle ha doppiato Giachetti, che si è assunto completamente la responsabilità del risultato, con un impressionante 67,2% e ha dedicato la vittoria a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
La Raggi ha poi voluto stoppare una volta per tutte le polemiche e le tensioni che hanno caratterizzato l’ultima parte della campagna elettorale, quella di avvicinamento al ballottaggio, annunciando che sarà il sindaco di tutti e auspicando piena collaborazione da tutte le forze politiche affinchè si instauri un dialogo onesto e costruttivo con la centro i problemi dei romani.
La resa dei conti all’interno del Partito Democratico, che oltre a Milano si può “consolare” solo con Varese dove ha sconfitto la Lega di Maroni e Bologna dove ha vinto Virginio Merola, si farà venerdì 24 giugno quando si riunirà la direzione nazionale: sul tavolo della discussione sicuramente i pessimi risultati elettorali ma anche un serio ragionamento su quello che è il prossimo appuntamento clou, quello della verità per Renzi, ovvero il referendum costituzionale del prossimo mese di ottobre.

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