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L'intervista

Philippe Daverio: l’opera di Christo? È una baracconata, come la donna cannone

Alla vigilia dell'apertura della passerella di Christo sul lago d'Iseo, lo storico dell'arte Philippe Daverio esprime un giudizio sull'opera: “è un'alternativa alle vecchie sagre di paese, quelle con la tenda e l'attrazione della donna cannone. Non è arte, perché l'arte è altra cosa”.

L’oro della passerella di Christo si è posato sul blu cobalto del lago d’Iseo. Un incanto. Ma non per Philippe Daverio, storico dell’arte che definisce la passerella “un’attrazione, un’alternativa alle sagre di paese, quelle con la tenda e l’attrazione della donna cannone. È un fenomeno da fiera dei miracoli, anzi sa che le dico: che se mettesse anche due stand all’ingresso con il tiro ad aria compressa sarebbe l’ideale”.
Non crede sia un giudizio troppo duro?
“No, perché questa non è arte. L’arte è qualcosa di diverso, è altra cosa. Qui manca l’ambiguità e la complessità dell’arte vera, oltre alla ripetibilità. Uno ascolta duecento volte la fuga di Bach o ammira per centinaia di volte il Davide di Michelangelo e ogni volta percepisce una nuova sensazione. Se uno invece salisse per duecento volte sulla passerella di Christo entrerebbe nella categoria dei cretini”.
Andrà a vederla questa passerella? Ci salirà?
“Ci farò un giro. Di certo non sacrificherò una mattina per partire da Milano e andare a camminare sulle acque del lago d’Iseo. Non voglio fare lo snob, se mi capita e ci passo andrò a vederla, ma come fenomeno in sé non mi interessa, è una cosa totalmente priva di interesse. Non sono contrario. È un po’ come la partita Udinese-Sampdoria, ma i tifosi può essere interessante, per me no”.
Se non è arte, che cos’è?
“È un po’ come le sagre di paese, quei fenomeni che fanno parte delle nostre tradizioni. Fa divertire e poi magari uno vede anche il lago, di certo è un’opportunità di vitalità comunicativa, uno si diverte anche a camminare sulle acque”.
Christo è considerato un grande artista.
“Gli americani pensano che le sue opere siano arte. Ed è vero, inizialmente le sue erano delle vere provocazioni, poi si è chiuso su se stesso ed è diventato ripetitivo, non ha saputo innovarsi, evolvere. È come se Pablo Picasso avesse dipinto per tutta la vita ‘Les demoiselles d’Avignon’. Con questo non dico che disprezzo l’arte contemporanea, anzi. Tornando alla passerella sul lago d’Iseo è da catalogare come un fenomeno da fiera dei miracoli”.
Addirittura? Non pensa invece che avrà anche un risvolto turistico e di immagine per il lago d’Iseo?
“Resta un fenomeno e non un’opera d’arte. Per promuovere il turismo serve un lungo lavoro di comunicazione e di promozione, è una cosa più complicata. Questa è una promozione straordinaria, avranno successo solo gli ambulanti di bibite e panini. Purtroppo sul territorio rimarrà ben poco”.

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