Con le sue 25.000 firme raccolte Bergamo ha contribuito al raggiungimento di quota un milione e mercoledì 1° giugno una delegazione di bergamaschi dell’Italia dei valori insieme (tra cui Simone Scagnelli segretario provinciale e Ivan Rota, legale rappresentante) è a Roma col segretario nazionale Ignazio Messina a consegnare i scatoloni con le sottoscrizioni per una legge di iniziativa popolare che modifichi quella attuale sulla legittima difesa in casa propria.
“Non vogliamo che le persone si armino e sparino, ma che possano difendersi senza essere vittime dei ladri” precisa Scagnelli.
Un milione di firme per cambiare la legge sulla legittima difesa e fare una legge che non mandi in galera chi spara per difendersi e lo costringa pure a risarcire il ladro se, com’è accaduto, il cane lo ha morso.
Un milione e tanti sono i Comuni dove i cittadini sono entrati in municipio per dare il proprio nome certificato. “Un milione per adesso, ma il numero potrebbe crescere ancora, c’è tempo fino al 16 agosto” spiega Ignazio Messina che consegna le firme in Senato, al presidente Piero Grasso, e chiede che la legge d’iniziativa popolare proposta dal suo piccolo gruppo sia messa in calendario per superare le diatribe politiche che invece, alla Camera, bloccano la modifica della legittima difesa.
La raccolta di firme dell’Idv, per la sua mole ha spiazzato perfino gli organizzatori. Ha pure messo in imbarazzo la Lega, che della legittima difesa ha fatto un cavallo di battaglia per anni.
La proposta è semplice. Innanzitutto punire più severamente la violazione del domicilio, oggi da 1 a 3 anni, domani da 2 a 6 anni, per cui è più probabile che il ladro resti dentro. Poi il boccone grosso: via l’eccesso colposo di legittima difesa, per cui spesso chi spara finisce sotto inchiesta. Via anche il risarcimento al rapinatore se finisce pure danneggiato nella sua “azione”.
commenta