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L'intervista tripla

Kevin, Luca, Edoardo: un tris d’assi bergamasco per la Nazionale di kickboxing

Hanno 21 e 22 anni, sono da poco diventati campioni nazionali e stanno per coronare il sogno di rappresentare l'Italia sul ring

Si chiamano Kevin Carlessi, Luca Mameli ed Edoardo Ghilardi. Sono tre ragazzi bergamaschi, di 21 e 22 anni, che stanno portando in alto i colori della kickboxing bergamasca in Italia e in Europa.

Per i tre atleti orobici nel weekend del 7-8 maggio, a Riccione, è arrivata la grande gioia del trionfo ai campionati italiani: Kevin Carlessi, classe 1994, ha vinto nella categoria 63 kg; Luca Mameli, classe 1994, è arrivato davanti a tutti nella categoria 74 kg; Edoardo Ghilardi, classe 1995, ha invece trionfato nella categoria 79 kg.

“Mi alleno da quando avevo 16 anni – spiega Luca -. Nella mia breve carriera ho conquistato, oltre al titolo italiano anche un argento juniores. All’inizio salire sul ring mi dava un fortissimo sentimento che era un mix di tensione e paura; adesso invece mi sento molto più a mio agio, anche se ultimamente avverto una certa pressione”.

Pressione che sarà portata, oltre al fatto di essere campione nazionale, anche dalla chiamata azzurra arrivata nelle scorse settimane: i tre bergamaschi allenati da coach Egidio Carsana, infatti, parteciperanno ai collegiali di Castellaneta (in provincia di Taranto) che si aprirà il 12 giugno prossimo.

“Per me il titolo italiano è il primo da senior, dopo quelli conquistati da cadetto e da juniores – commenta Kevin -. Ora si apre questa nuova esperienza con la Nazionale, che onorerò fino all’ultimo. La boxe è una passione che mi è esplosa dentro quasi all’improvviso, quando a 14 anni mia zia mi ha portato a vedere alcuni allenamenti di Carsana”.

“La scuola e qualche guaio fisico mi hanno frenato negli ultimi anni – spiega invece Edoardo -, ma adesso ho tanta voglia di prendermi le mie rivincite: una me la sono già presa a Riccione, ed è stato bellissimo. La boxe, purtroppo, non ha quella risonanza mediatica che hanno altri sport in Italia, e la federazione si trova a gestire tutto il movimento con pochi soldi. E’ la passione che ci spinge ad andare avanti”.

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