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Cassazione

Insulti via Facebook? Possono essere conferma di stalking

Se qualcuno commette un reato assimilabile allo stalking, come seguire la propria "vittima" o renderla ansiosa perché ne limita la quotidianità e le crea un timore per la propria incolumità, tale reato viene reso più evidente e grave il fatto se ha offeso o insultato la "vittima" su Facebook .

Attenti agli insulti via Facebook: confermano e magari aggravano il reato di stalking.

Cioè se qualcuno commette un reato assimilabile allo stalking, come seguire la propria “vittima” o renderla ansiosa perché ne limita la quotidianità e le crea un timore per la propria incolumità, tale reato viene reso più evidente e grave il fatto se ha offeso o insultato la “vittima” su Facebook .

La conferma arriva dalla Corte di Cassazione che ha ribadito la sentenza del tribunale di Catania, vietando a un uomo di avvicinarsi agli ex suoceri, con l’obbligo di mantenersi a distanza di almeno 250 metri dalla loro casa.

Le persone offese in questo caso erano state nominate dal tribunale per minorenni affidatarie di due dei quattro figli minori che l’indagato e la convivente, poi separatisi, avevano avuto.

Nel bocciare il ricorso dell’uomo, la Suprema Corte ha spiegato che il grave reato indiziario si evince dalle “plurime acquisizioni investigative e segnatamente dalle schermate Facebook contenenti i messaggi incriminati”.

Insomma, Facebook conferma e rende più evidente taluni reati.

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