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L'intervento

Fondazione Donizetti, Tentorio e Ceci: “L’amministrazione si fermi e rifletta”

Lunedì sera il consiglio comunale cittadino tornerà a discutere della Fondazione Teatro Donizetti.

Ecco l’intervento preparato dai consiglieri di opposizione Franco Tentorio e Gianfranco Ceci.

Caro Sindaco,
riteniamo di intervenire con questo lettera aperta alla Sua persona ed alla città di Bergamo per dare un contributo costruttivo e propositivo ad una importante scelta che il Consiglio Comunale si appresta a fare nei prossimi giorni sulla Fondazione Teatro Donizetti, che nelle intenzioni della Giunta dovrebbe trasformarsi da fondazione privata a fondazione pubblica.
La Fondazione ha raccolto importanti somme elargite da soggetti privati e pubblici (anche in relazione alla natura privatistica della stessa) e si è proposta per ottenere l’affidamento della ristrutturazione e successiva gestione del teatro in concessione ai sensi dell’articolo 278 del d.p.r. 207/201 O (project financing di servizi) ottenendo dal Comune un assenso di massima in quanto tale scelta era supportata da autorevolissimi pareri di esperti in materia (Colombo, Guerzoni, Florian). Tutto cio’ fino a poche settimane fa era perfettamente in linea e coerente con l’impostazione data dalla passata Amministrazione.
La ricerca di un partner tecnico per mettere a gara con evidenza pubblica il “progetto di finanza di servizi” ha generato qualche dubbio sul fatto che la Fondazione Teatro Dontzetti, nella ricerca dei fondi che le consentirebbe di presentarsi al· Comune di Bergamo come soggetto promotore ed in larga misura finanziatore del “project financing” nei servizi di ristrutturazione e successiva gestione del teatro, avrebbe potuto godere di una posizione di vantaggio competitivo rispetto a potenziali concorrenti, con ciò determinando una lesione della par condicio nella successiva gara di affidamento. Tale lesione sarebbe dovuta ad azioni del Comune volte a sostenere la Fondazione nella ricerca di fondi e volte a sollecitare donatori privati e pubblici al fine di conferire fondi all’ente medesimo, creando una commistione fra il ruolo del Comune fondatore e partecipante e nel contempo destinatario della proposta di project financing di servizi tale da “inquinare” il procedimento, comunque ad evidenza pubblica, per l’affidamento delle opere di ristrutturazione e gestione del teatro.
Volendo aderire alla suddetta tesi solo ed unicamente per un principio di cautela ed al solo scopo di evitare lunghi e costosi – anche se improbabili – contenziosi giudiziari con soggetti terzi i quali potrebbero insistere su una presunta violazione della par condicio ci permettiamo di suggerire una soluzione alternativa alla trasformazione tout court della Fondazione Teatro Donizetti da privatistica a pubblicistica, con tutti gli oneri e le controindicazione che ne scaturirebbero.
Una soluzione semplice e di facile attuazione eliminerebbe radicalmente qualsiasi tipo di obiezione ovvero far effettuare dalla Fondazione una gara europea per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione del Teatro trattandosi di importo superiore ai € 5.225.000 come previsto dal Regolamento dell’Unione europea n. 2170 del 2015.
Tutto ciò non presuppone, però, nel modo più assoluto che la Fondazione debba trasformarsi in ente pubblico; in altri termini, non c’è nessuna necessità che, nell’affidamento dei lavori con bando europeo, il soggetto affidante debba avere natura pubblica. È sufficiente affidare i servizi teatrali in concessione alla Fondazione Teatro Donizetti esattamente come è accaduto con l’Accademia Carrara rispetto alla Fondazione Accademia Carrara, stabilendo in convenzione anche l’affidamento dei necessari lavori di ristrutturazione del teatro che dovrà avvenire con gara europea.
Per essere più precisi il servizio culturale teatrale e’ affidabile direttamente, come avvenuto con la Fondazione Accademia Carrara per l’Accademia Carrara (vedi delibera del Consiglio Comunale n. 159 del 21.12.2015 di affidamento diretto della gestione con comodato d’uso del patrimonio immobiliare ed arti stico della Pinacoteca), in quanto il servizio in questione è privo di rilevanza economica cioè è strutturalmente in perdita come dimostrato dai piani finanziari redatti dal professar Guerzoni.
Vale, quindi, l’identico ragionamento applicato per la Carrara: la differenza rispetto a tale schema, consiste nell’esecuzione di rilevanti ed economicamente importanti lavori di ristrutturazione; tale ostacolo sarebbe superato ricorrendo ed indicendo una gara europea che eviterebbe qualunque obiezione sulla trasparenza ed imparzialità del procedimento adottato.
Basta andare a leggere le argomentazioni sostenute in tutti gli interventi del dibattito consiliare a favore dell’affidamento dell’Accademia Carrara alla Fondazione Accademia Carrara per supportare e corroborare la bontà di una Fondazione di diritto privato e su cosa significhi, al contrario, l’utilizzo di modelli pubblicistiche nella gestione del servizio teatrale.
A titolo esemplificativo una Fondazione “pubblicizzata”:
a) assumerebbe le caratteristiche di ente strumentale comunale con controllo pubblico e pertanto i suoi organi di gestione sarebbero soggetti al regime di cui al D.Lgs. 39/2013 e, quindi, ad esempio si configura l’impossibilita’ del Sindaco ad assumere anche l’incarico di Presidente della Fondazione;
b) il suo bilancio sarebbe consolidato con quello del Comune;
c) il suo personale, sia per il reclutamento che per la gestione, sarebbe sottoposto al medesimo regime del personale pubblico comunale;
d) tutti gli acquisti di beni e servizi sarebbero sottoposti al codice pubblico degli appalti;
Non ci dilunghiamo oltre ma ci sarà un motivo per il quale ben 23 Teatri italiani su 29 (escluse le fondazioni lirico-sinfoniche) tra cui Brescia, Cremona, Mantova, Treviso, Ferrara, Parma, Modena, Reggio Emilia, Lecce, Trapani, hanno scelto la Fondazione di diritto privato come ente di gestione.
Il senso ed il fulcro dell’affidamento diretto di un servizio privo di rilevanza economica ad un ente privatistico sta nella sua capacita’ di reperire risorse private da donatori attivi e partecipanti per il raggiungimento degli scopi istituzionali e culturali del teatro con meccanismi gestionali agili ed al passo con i tempi che non sono quelli di un Amministrazione pubblica pur nel rispetto dei rispettivi ruoli.
In quest’ottica il ruolo del Sindaco e dell’Assessore di riferimento sarebbe, comunque, di impulso e di indirizzo alla Fondazione esattamente come succede per l’Accademia Carrara.
In questa virtuosa operazione la Fondazione Teatro Donizetti potrebbe incorporare anche la Fondazione Oonizetti, affidataria dell’organizzazione della sola stagione lirica.
La Fondazione Teatro Donizetti si è dimostrata fino ad oggi, grazie anche al prezioso ed appassionato lavoro del dott. Valerio Marabini che ringraziamo, un formidabile strumento per catalizzare interesse e finanziamenti sul Teatro Donizetti considerato uno dei più prestigiosi teatri di tradizione italiani.
Le chiediamo, quindi, per il bene della Città una pausa di riflessione ed un approfondimento tecnico/giuridico al massimo livello nazionale sul percorso che abbiamo proposto.

Franco Tentorio e Gianfranco Ceci

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