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Il processo

“Bossetti, si liberi la coscienza”, e gli avvocati dei Gambirasio gli chiedono oltre 3 milioni di risarcimento

Nel corso della ricostruzione del delitto da parte dell'avvocato Pelillo, Bossetti ha esclamato: "Assolutamente no". L'avvocato Pezzotta, che difende la mamma di Yara, ha chiesto un risarcimento di 1,8 milioni di euro e rivolgendosi all'imputato: "Signor Bossetti, ci dica come è andata quella sera"

“Bossetti, si liberi da un peso e ci racconti come è andata quella sera”. L’avvocato della mamma di Yara Gambirasio, Andrea Pezzotta, ha concluso così il suo intervento nell’udienza di venerdì 20 maggio in cui ha avanzato una richiesta di risarcimento danni di 1838000 euro nei confronti di Massimo Giuseppe Bossetti, unico imputato per il delitto della ragazzina. Il legale si è voltato verso l’imputato e gli ha chiesto di confessare, e lui per la prima volta da quando è iniziato il processo è apparso in difficoltà, sotto pressione.

Nella sua relazione Pezzotta ha parlato “di due pilastri dell’impianto accusatorio che incastrano l’imputato: uno è la traccia di dna ritrovato sugli indumenti della ragazzina, l’altro sono i dubbi di sua moglie su cosa abbia fatto la sera del 26 novembre 2010, giorno della scomparsa di Yara”.

L’avvocato ha poi spiegato come può essere andata quella sera: “Anche se non possiamo affermarlo con certezza, perchè solo una persona qua dentro sa come è andata davvero. Sappiamo con certezza che quella povera ragazzina è stata vittima di un’operazione da macellaio. Il movente? Di natura sessuale. L’imputato le ha inferto quei tagli perchè provava piacere fisico, perchè ha una deviazione sadica, come dimostrano le ricerche su internet che faceva”.

Prima di lui era intervenuto Enrico Pelillo, avvocato di Fulvio e Keba Gambirasio, rispettivamente papà e sorella di Yara che aveva invece avanzato un richiesta complessiva di risarcimento di circa 1,4 milioni di euro. Con una premessa: “Vorrei specificare che la domanda risarcitoria da parte di papà e sorella – le parole di Pelillo – , viene avanzata solo perchè la legge lo impone. La famiglia Gambirasio in questa vicenda ha sempre mantenuto un profilo basso e riservato. Se avesse voluto guadagnarci, avrebbe potuto farlo anche in altri modi”.

Pelillo ha chiesto alla Corte “983.970 euro per papà Fulvio e 427.260 per la sorella Keba, per un totale di 1.411.230 euro. E comunque una provvisionale non inferiore ai 300mila euro per Fulvio e 150mila per Keba”.

L’avvocato ha parlato di Bossetti, definendolo: “un bugiardo cronico, come dimostrato dalle menzogne raccontate ai colleghi su malattie varie o problemi legali con la moglie. Il soprannome favola se l’è guadagnato sul campo. E poi la famosa epistassi di cui ha parlato in numerosi interrogatori, ma di cui il suo medico di base non ne era al corrente”.

Pelillo ha anche ricostruito il delitto della ragazzina: “Per me il movente c’è, ed è quella sessuale. Quale altro significato possiamo dare a un cadavere con il reggiseno slacciato e le mutandine tagliate. Quella sera Bossetti ero preso da inarrestabili pulsioni sessuali. Come un falco con la preda ha scelto la povera Yara e l’ha costretta o indotta a salire sul furgone. Ha tentato di abusare di lei e poi l’ha ammazzata con crudeltà, abbandonandola in quel campo”.

Una ricostruzione interrotta da un’esclamazione dello stesso Bossetti, che a un certo punto ha affermato: “Assolutamente no”.

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